Tre quarti delle aziende a livello globale non sono pronte a far verificare esternamente i propri dati ambientali, sociali e di governance (ESG) mesi prima dell'entrata in vigore delle nuove normative, secondo un nuovo rapporto di KPMG pubblicato martedì.

Si stanno introducendo regole più severe nell'Unione Europea, negli Stati Uniti e a livello globale, per lo più in tempo per la stagione di rendicontazione del 2024, per sostituire un mosaico di pratiche volontarie del settore privato per le aziende quotate in borsa, che devono fornire informazioni relative al clima.

I regolatori affermano che la revisione esterna dei dati relativi alla sostenibilità - sebbene non sia così ampia come la revisione finanziaria - è fondamentale per fornire agli investitori informazioni prive di affermazioni ambientali fuorvianti, note come greenwashing.

Le regole dell'UE richiederanno la revisione delle informazioni, mentre i Paesi che adottano i requisiti di rendicontazione dell'International Sustainability Standards Board possono richiedere un controllo esterno.

Tuttavia, su 750 aziende intervistate da KPMG, solo il 25% ritiene di essere sufficientemente preparato.

"Essere pronti per l'assicurazione ESG significa identificare il quadro normativo pertinente e disporre delle giuste metriche con sistemi, processi, controlli e governance solidi per la raccolta e la gestione dei dati", ha dichiarato Larry Bradley, Responsabile globale dell'audit di KPMG.

L'Indice di Maturità dell'Assurance ESG di KPMG ha valutato le opinioni dei dirigenti e dei membri del consiglio di amministrazione di diversi settori, regioni e aziende di diverse dimensioni per misurare la preparazione delle aziende.

Poco più della metà delle aziende intervistate ottiene attualmente un certo livello di revisione esterna delle proprie informazioni ESG, ma di queste solo il 14% ottiene una garanzia ragionevole e il 16% una garanzia limitata per tutte le proprie informazioni ESG, come richiederanno le nuove regole, secondo la ricerca di KPMG.

"Ora ci saranno requisiti normativi e di garanzia per riportare informazioni accurate, il che alza l'asticella dei controlli e dei processi, nonché delle dichiarazioni qualitative che dovranno essere fatte sui dati", ha dichiarato Mike Shannon, Global Head of ESG Assurance di KPMG.

Le aziende più grandi sono meglio preparate per l'audit rispetto alle aziende più piccole, ha rilevato KPMG, mentre tra i Paesi Francia, Giappone e Stati Uniti sono risultati in testa, mentre Brasile e Cina si sono classificati peggio. (Relazione di Tommy Reggiori Wilkes)