MADRID (Reuters) - La banca spagnola Santander è stata condannata da un tribunale di Madrid a pagare la somma di 67,8 milioni di euro ad Andrea Orcel, come indennizzo per l'offerta, poi ritirata, al banchiere italiano del ruolo di Ceo.

La sentenza arriva a tre anni dall'annuncio da parte di Santander di affidare l'incarico di Ceo a Orcel, uno degli investment banker più conosciuti d'Europa e ora a capo di UniCredit.

Questi sono i punti principali della vicenda:

QUANDO TUTTO È COMINCIATO

Il 25 settembre 2018, Santander annunciò la nomina di Andrea Orcel come nuovo Ceo al posto di Josè Antonio Alvarez, aggiungendo che sarebbe diventata effettiva a inizio 2019 dopo i via libera regolamentari.

Santander aggiunse in quell'occasione che Orcel avrebbe portato una migliore comprensione del retail e commercial banking e avrebbe contribuito a costruire una piattaforma globale digitale.

REAZIONI A CALDO

Gli analisti fecero fatica a capire come mai Orcel, che era a capo dell'attività di investment banking di Ubs dal 2014 e membro del board della banca dal 2012, potesse diventare Ceo di una banca focalizzata prevalentemente sul retail.

La sua nomina immediatamente sollevò domande su un potenziale cambiamento nella strategia di Santander.

La presidente Ana Botin rispose che Santander non aveva in programma nessun grande cambiamento e che voleva rimanere una banca commerciale e non trasformarsi in banca di investimento.

SANTANDER RITIRA L'OFFERTA A ORCEL

Orcel dette le dimissioni da Ubs e usufruì di un 'gardening leave' di sei mesi dopo aver firmato una lettera contenente un'offerta di lavoro da parte di Santander.

Ma il 15 gennaio 2019, Santander ritirò l'offerta, facendo un inusuale e inaspettato dietrofront per una nomina di così alto livello.

Santander disse che il costo per la compensazione di Orcel a fronte dei premi differiti che aveva guadagnato nei precedenti sette anni a Ubs e di altri benefit sarebbe stato significativamente al di sopra delle aspettative iniziali del board al momento della nomina.

Santander offrì a Orcel un ruolo di consulente senior a marzo di quell'anno, nel tentativo di ricucire i rapporti, ma il banchiere rifiutò, secondo una fonte a conoscenza della questione.

ORCEL FA CAUSA

A fine giugno 2019, Orcel chiese fino a 112 milioni di euro a Santander a titolo di indennizzo in una causa civile per violazione contrattuale.

Le richieste di Orcel si basavano su una lettera di quattro pagine, firmata dal segretario generale di Santander, Jaime Perez Renovales, a settembre, in cui la banca gli offriva formalmente il lavoro, insieme a un pacchetto di azioni e bonus per compensarlo dei pagamenti differiti che rischiava di perdere lasciando Ubs.

Il pacchetto prevedeva "fino a" 35 milioni di euro su un totale di 55 milioni che Orcel avrebbe dovuto ricevere da Ubs negli anni successivi.

NUOVO INCARICO

Dopo oltre due anni 'in panchina' nella finanza europea, Orcel è tornato a un ruolo esecutivo con la sua nomina a Ceo di UniCredit a inizio 2021. Di conseguenza ha ridotto la sua richiesta di risarcimento da 112 a 68 milioni di euro, visto che aveva accettato un nuovo lavoro.

RESA DEI CONTI

Orcel e Botin si sono incontrati faccia a faccia a maggio di quest'anno e il caso è finalmente giunto in tribunale. Botin ha testimoniato dicendo che l'offerta non aveva mai rappresentato un vero e proprio contratto e che il board non aveva ancora approvato la proposta di compensazione per Orcel.

L'udienza pubblica si è conclusa a ottobre, quando il presidente di Ubs, Axel Weber, ha testimoniato di aver reso molto chiaro che la banca svizzera non avrebbe riconosciuto alcun pagamento differito a Orcel se avesse abbandonato Ubs per unirsi alla rivale spagnola.

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Milano Gianluca Semeraro, luca.fratangelo@thomsonreuters.com, +48587696613)