ZURIGO (awp/ats) - Con la fine dell'era degli interessi negativi gli svizzeri tornano a riportare i loro soldi in banca, denaro che è stato a lungo tenuto sotto forma di contanti nei cassetti, in cassaforte o magari sotto il proverbiale materasso. Si parla di miliardi che stanno riemergendo, riferisce oggi il Blick.

Il quotidiano basa le sue indicazioni sugli ultimi dati della Banca nazionale svizzera (BNS), che fanno testo di una diminuzione delle banconote in circolazione per un valore di circa 10 miliardi di franchi fra giugno e ottobre.

Ciò che colpisce in modo particolare è che a scomparire sono soprattutto i tagli grandi, cioè i biglietti da 1000 e da 200 franchi, mentre i tagli più piccoli rimangono in circolazione. Come noto la banconota 1000 franchi è popolare come riserva di valore.

Da quando sono stati introdotti i tassi di interesse negativi (la BNS ha avviato la fase nel gennaio 2015) si è acceso il dibattito su come avrebbero reagito i clienti delle banche per difendersi dalla perdita di valore del loro denaro. Gli istituti hanno spinto verso gli investimenti in azioni o in altri titoli: ora si capisce che molti non hanno seguito il consiglio.

"Ci sono state sicuramente alcune persone o aziende che hanno cercato di aggirare i tassi di interesse negativi con banconote da mille franchi: ma nel complesso il fenomeno si è rivelato limitato", afferma il presidente della BNS Thomas Jordan in dichiarazioni riportate dal Blick. "La domanda di contanti aumenta sempre quando i tassi di interesse sono bassi: se invece sono alti è più interessante depositare il denaro su un conto di risparmio o su un conto stipendio, in quanto si ottiene comunque qualcosa", aggiunge il 59enne.

Secondo la testata zurighese è molto probabile che il flusso di cassa continui per un po' e che altre banconote di grosso taglio finiscano alla BNS. Le banche tengono solo la quantità di contante di cui hanno realmente bisogno per riempire i distributori automatici o per le operazioni allo sportello; il resto viene restituito alla BNS.

Nei forzieri della Banca nazionale si stanno così accumulando biglietti da 1000 e da 200 franchi. Di solito non vengono distrutti perché il loro ciclo di vita è lungo, contrariamente a quello dei tagli più piccoli: sono conservati per la prossima fornitura di contanti.

Le fasi di impennata del denaro fisico non sono infatti rare. Spesso in tempi di incertezza molti si buttano sul contante: la domanda di banconote di grosso taglio è aumentata durante la crisi finanziaria del 2008, come pure ai tempi della crisi del debito europeo o durante la pandemia di coronavirus. Non si può perciò assolutamente parlare di fine del contante: dalla metà del 2008 alla metà del 2022 il valore di tutte le banconote in circolazione è più che raddoppiato, passando da 41 a 92 miliardi di franchi.