MILANO (MF-DJ)--L'Italia ha tra le mani la possibilità di rilanciare l'attività mineraria del territorio, dove sono presenti 120 siti censiti, di cui 94 sono attivi ma solo 75 operativi (distribuiti in Piemonte, Sardegna, Toscana e Sicilia).

Nella regione Piemonte attualmente è attiva una ventina circa di concessioni minerarie rilasciate per la coltivazione di giacimenti di minerali auriferi, talco, olivina, caolino, argille refrattarie, argille per porcellana e terraglia forte, feldspati.

Il luogo d'interesse è Punta Corna, vetta che si trova nelle valli di Lanzo, nel nord-ovest del Piemonte, sito per cui Altamin Ltd - multinazionale australiana - nel 2018 ha fatto richiesta al ministero della Transizione ecologica italiano per avviare lavori di ricerca.

Altamin è un'azienda mineraria che ha in cantiere pochi progetti mirati, di cui vari in Italia, Paese in cui ha due aziende controllate: Strategic Minerals Srl ed Energia Minersals Srl, con cui ha quattro progetti avviati. Quello piemontese, iniziato proprio nel 2019, ha ottenuto diversi rinnovi di permessi e viene descritto dalla società come il più promettente.

Si chiama 'Cobalto Punta Corna' e viene presentato per offrire una soluzione alla "necessità per l'Europa di un approvvigionamento sostenibile, affidabile e nazionale di metalli energetici". Qualche anno fa è stato avviato l'iter burocratico e progettuale e ora l'inizio delle perforazioni è atteso in primavera per un investimento di 2,5 milioni. "L'area della licenza", scrive l'azienda, "è stata ampliata del 30% per estendere i confini sud a ovest per includere estensioni mappate delle vene mineralizzate".

ann

anna.dirocco@mfdowjones.it


(END) Dow Jones Newswires

January 23, 2023 05:18 ET (10:18 GMT)