MILANO (MF-DJ)--Le aziende partecipate da operatori di private equity apportano un contributo significativo all'economia mondiale. Negli Stati Uniti, dove rappresentano quasi il doppio delle società quotate, generano circa il 5% del Pil. Tuttavia, sul fronte della diversity, equity & inclusion (DE&I) risultano ancora indietro, con il 10% di iniziative DE&I intraprese in meno rispetto alle quotate in borsa. Solo il 55% delle portfolio companies, infatti, ha avviato programmi mirati a colmare i divari di genere, razza o etnia e a promuovere i diritti LGBTQI+ attraverso, ad esempio, iniziative antidiscriminatorie, programmi dedicati al benessere dei dipendenti, congedi parentali pagati o lavoro flessibile.

Sono questi i risultati dello studio di Boston Consulting Group "How Private Equity Can Catch Up on Diversity", che ha tastato il polso di più di 4.000 dipendenti negli States per indagare il fenomeno.

Come afferma Elisa Crotti, Managing Director e Partner di BCG, "questa differenza impedisce alle aziende di sfruttare a pieno i vantaggi della diversità delle proprie risorse, esponendole potenzialmente a diversi rischi. Attivarsi sul fronte della diversity, tema sempre più centrale nella vita delle persone e nelle diverse aree del business, è ormai un imperativo aziendale, anche per le società partecipate dai fondi di private equity".

La pandemia, con le sue pesanti ricadute sulla diversità della forza lavoro globale, rappresenta infatti un'opportunità per questo tipo di società di affermare finalmente il proprio interesse verso la diversity e creare una cultura aziendale più inclusiva capace di attirare i talenti senza distinzioni.

alb

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February 02, 2022 10:58 ET (15:58 GMT)