LONDRA (awp/ats/ans) - L'Alta Corte di Londra ha stabilito oggi che Craig Wright, il guru australiano che sostiene di essere il padre del bitcoin, in realtà non è l'enigmatico creatore del sistema di pagamento digitale.

La giustizia britannica ha dato così ragione alla Crypto Open Patent Alliance (Copa), un'associazione impegnata a eliminare i brevetti sulle tecnologie legate alle criptovalute e formata dai colossi del settore come la piattaforma di scambio Coinbase e la società Block.

Il giudice inglese Edward James Mellor ha definito "schiaccianti" le prove emerse, in attesa di pubblicare, entro 21 giorni, le motivazioni della decisione. Secondo quanto stabilito dal giudice Craig Wright non è Satoshi Nakamoto, non ha creato Bitcoin, non ha creato il software originario e non ha scritto il whitepaper di Bitcoin, il documento iniziale con le caratteristiche del protocollo diffuso dall'ancora misterioso Nakamoto.

"Nell'ambiente degli appassionati di Bitcoin - commenta Gianluca Grossi di Criptovaluta.it - nessuno ha mai dato grande credito alle rivendicazioni di Wright. Copa ha contestato con successo centinaia di documenti che Wright affermava dimostrassero la coincidenza tra la sua persona e lo pseudonimo inventore di Bitcoin. Centinaia di documenti che sia i periti delle parti, sia il giudice Mellor hanno ritenuto senza ombra di dubbio manomessi. Con questa causa cessano anche le rivendicazioni di Wright sulla proprietà intellettuale di Bitcoin".