MILANO (MF-DJ)--I governi si stanno addentrando nei mercati dell'energia in un modo che non si vedeva da decenni, spinti da un accresciuto senso di urgenza sulla sicurezza energetica.

La guerra della Russia contro l'Ucraina e il conseguente tumulto nei mercati dei combustibili fossili è stato un fattore importante per questo interventismo, che ha spinto i Paesi a lottare per le proprie forniture, ad affrontare l'aumento dei prezzi e a ripensare ai Paesi da cui ricevono le loro fonti energetiche.

In Europa, dove la carenza di carburante e gli shock sui prezzi sono stati particolarmente acuti, la Germania e la Francia si sono mosse per nazionalizzare le grandi compagnie energetiche che stavano affrontando enormi perdite, mentre l'Unione europea ha deciso di introdurre un tetto al prezzo del gas naturale. Gli Stati Uniti hanno rilasciato milioni di barili di petrolio dalle loro riserve strategiche nel tentativo di contenere i prezzi della benzina, hanno utilizzato i poteri di emergenza per sostenere l'importazione di pannelli solari e hanno scatenato una serie di misure volte a dar vita a catene di approvvigionamento domestiche per l'energia pulita.

Il mese scorso, l'Ue e i Paesi del G7 hanno dichiarato che avrebbero cercato di impedire che il greggio russo venisse venduto a un prezzo superiore ai 60 dollari al barile fissando il cosiddetto price cap. La Russia ha reagito rifiutandosi di vendere il greggio e i propri prodotti petroliferi a quelle Nazioni. Tali misure hanno già esacerbato l'incertezza nei mercati e turbato le relazioni tra i vari Paesi. E' probabile che questa tendenza si intensifichi nel 2023 e oltre, affermano gli esperti di energia. "I governi sono tornati nel business dell'energia in grande stile", ha affermato Daniel Yergin, vicepresidente di S&P Global e cronista di lunga data sui trend energetici.

L'intervento dei governi sui mercati dell'energia non è nuovo. In Occidente, il pendolo tende a oscillare tra una minore ingerenza quando le scorte di carburante sono stabili e una maggiore durante i periodi di stress. L'ultimo periodo di pesante intrusione è stato durante gli anni '70, quando le interruzioni della fornitura di petrolio dal Medio Oriente hanno fatto impennare i prezzi e costretto i conducenti negli Stati Uniti e in altri Paesi a fare lunghe file per la benzina, affermano gli analisti energetici. L'attuale ondata di interventismo è stata stimolata anche dalla carenza di carburante e dai prezzi alle stelle, dopo che le conseguenze dell'invasione russa dell'Ucraina hanno ulteriormente ridotto le forniture, già messe a dura prova da anni di sottoinvestimenti, secondo gli analisti.

Questa volta, gli shock per il sistema energetico globale sono ancora maggiori di quanto non lo siano stati negli anni '70, dal momento che stanno colpendo non solo i mercati petroliferi ma anche altre fonti energetiche come il gas naturale, il carbone e l'uranio, ha detto Yergin. Prima dell'invasione russa, l'Europa importava circa il 40% del suo gas e il 30% del suo petrolio e dei prodotti raffinati come il diesel dalla Russia. Tra le sanzioni europee e le mosse di Mosca per ridurre le esportazioni, queste percentuali probabilmente scenderanno a una sola cifra quest'anno.

Lo stress delle crisi di approvvigionamento è aggravato dalla geopolitica, dato che gli Stati Uniti, l'Europa e i loro alleati si allontanano dalla Russia e dalle sue esportazioni di carburante, mentre Cina, India e altri si avvicinano. Le crescenti preoccupazioni per la sicurezza energetica e l'attrazione di nuovi mercati redditizi stanno spingendo i governi a svolgere un ruolo più importante anche in settori come quello solare o eolico. "L'intera mappa del commercio globale e dell'energia viene ridisegnata per il petrolio e il gas tradizionali", ha affermato Jason Bordoff, direttore fondatore del Center on Global Energy Policy presso la Columbia University. Allo stesso tempo, "nuove fonti di energia pulita stanno entrando nel mercato globale e i Paesi stanno cercando di intervenire nei mercati per influenzare dove si sviluppano", ha aggiunto.

Gran parte di ciò che i governi stanno facendo è finalizzato a frenare gli alti prezzi del carburante e a scongiurare carenze, mosse che in alcuni casi hanno aiutato i Paesi a garantirsi le forniture di cui avevano estremo bisogno e a scongiurare danni economici. I funzionari tedeschi hanno detto che l'acquisizione da parte del governo della utility Uniper, che sta lottando contro le enormi perdite dovute all'acquisto di gas naturale a prezzi più alti, ha contribuito a mantenere stabile il sistema energetico del Paese. Prendiamo il tetto massimo al prezzo del gas dell'Europa, il cui obiettivo è prevenire un aumento disastroso come quello della scorsa estate, quando le interruzioni delle forniture dal gasdotto Nord Stream 1 hanno contribuito a spingere i prezzi a un nuovo massimo, colpendo le imprese e l'economia.

cos


(END) Dow Jones Newswires

January 12, 2023 10:33 ET (15:33 GMT)