ROMA (MF-DJ)--"La Lombardia non è un pianeta a sé, fermare un'economia così strategica ha conseguenze su tutto il Paese. La zona rossa ha inferto un colpo insopportabile non solo agli esercizi commerciali lombardi ma a tutto il sistema produttivo. C'è una buona parte dell'Italia che soffre, disorientata dalla mancanza di visione e di pianificazione. L'Italia degli imprenditori e di tutti coloro che nelle imprese lavorano, l'Italia dei commercianti, degli autonomi, dei giovani, la cosiddetta "generazione Covid" che più di tutti pagherà la crisi. Non possiamo più permetterci questa schizofrenia di metodo, che di settimana in settimana modifica i criteri di gestione dell'emergenza. Il rischio è compromettere la ripresa che stiamo rincorrendo".

Lo ha detto alla Stampa il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, aggiungendo che "di errori ne sono stati fatti tanti e non sta a me giudicare. Quello che mi indigna però è che, in un momento simile, sono tutti molto impegnati a cercare il colpevole, dimenticando l'obiettivo. Servono serietà di metodo e responsabilità di governo nell'affrontare i problemi e cercare di risolverli".

"La crisi di governo -ha sottolineato- alimenta il clima di incertezza. Un ulteriore macigno sull'economia. È fondamentale avere un governo forte, che abbia i numeri e una visione, capace di assicurare al Paese un riscatto economico e sociale. Abbiamo davanti importanti sfide, che non possiamo fallire: il Recovery Plan e il piano vaccinale. E in un contesto globale sempre più complesso e frammentato servono competenza, responsabilità e visione. Ne va della nostra credibilità. È ora di rendersi conto che siamo parte di un mosaico comunitario. E questo richiede la massima serietà".

Sul Recovery Plan, ha proseguito Spada, "Gentiloni dice bene: questa è l'occasione di una vita. Ma dobbiamo fare presto e passare dalle idee ai fatti. Servono la capacità di progettazione ed esecuzione proprie di chi fa impresa. Innanzitutto, va definito un quadro di progetti chiari, di priorità e obiettivi misurabili, che ad oggi ancora mancano. Altrimenti il rischio è di mettere insieme una serie di interventi solo per rispondere a tanti e diversi interessi, mentre l'Europa ci chiede grandi riforme strutturali. La prima cosa da fare è semplificare la burocrazia. E poi, il lavoro, un fisco più che equo, colmare le nostre carenze infrastrutturali, una pubblica amministrazione più efficiente, una giustizia certa e più rapida, il coraggio di investire in istruzione e innovazione. Infine, il tempo stringe e va definita con urgenza la governance. È tempo di abbandonare i tatticismi della politica e adottare finalmente un approccio di sistema e non a singhiozzo che veda le imprese, insieme alle parti sociali, vero partner di questo grande piano di ripresa".

In merito alla proroga del blocco dei licenziamenti, "sgomberiamo il campo: licenziare per un imprenditore è una sconfitta. Ma continuare a prorogare il blocco non fa altro che spostare in là il problema, non lo risolve ma, anzi, rischia di aggravarlo. Dobbiamo investire sulle politiche attive del lavoro e su una riforma degli ammortizzatori sociali -ha concluso- Ad oggi siamo preoccupati perché per uscire da questa crisi dovremo rispondere a un mercato che sta velocemente cambiando e rischiamo di trovarci davanti a un mondo del lavoro fatto di tanti tasselli che non combaciano".

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January 28, 2021 02:24 ET (07:24 GMT)