MILANO (MF-DJ)--Conte non ha altra via che ricucire con Matteo Renzi. Questa, secondo Lamberto Dini, già presidente del Consiglio e più volte ministro della Repubblica, è l'unica vera strada per l'esecutivo Conte.

Domanda. Come vede questa crisi scoppiata dentro un'altra crisi, quella della pandemia, quella dell'economia?

Risposta. È vero che la crisi politica può effettivamente ritardare l'azione del governo, che ha gestito bene la prima ondata della pandemia ma le cui manchevolezze hanno causato la seconda, ma non credo che tutto dovesse restare com'era solo per questa ragione. Se il presidente del Consiglio saprà muoversi rapidamente per ricompattare la maggioranza o crearne una nuova non è detto che ci siano conseguenze.

D. Insomma, Renzi ha fatto bene a rompere?

R. Renzi aveva posto questioni di merito condivisibili, che Conte avrebbe potuto accettare, come ha fatto, in parte, per il Recovery, ma non è andato oltre perché non osa sfidare i Cinquestelle. Basta pensare al Mes sanitario. C'è qualcuno di ragionevole che pensa che non dovremmo prenderlo? Avremmo dovuto farlo a giugno! Se il premier dovesse operare nell'interesse del Paese dovrebbe dire che questo è nell'interesse del Paese e dunque si deve fare, senza ciechi niet.

D. Molti evocano un governo Draghi, sarebbe meglio di una maggioranza raccogliticcia?

R. Una personalità come la sua darebbe sicuramente un impulso forte all'attività di governo ma dovrebbe essere lui a dettare la linea e oggi non sembrano esserci le condizioni per un governo istituzionale, magari appoggiato solo da alcune forze, non necessariamente tutte le forze politiche. Non a caso nessuno dei partiti lo invoca. E comunque io per esempio non accetterei se l'agenda di governo la dovessero dettare i Cinquestelle.

D. A questo punto quale sarebbe l'epilogo più auspicabile?

R. Con una fiducia lontana da quota 161 il governo dipenderebbe solo dall'inserimento di alcuni responsabili e finirebbe per essere più debole dell'esistente. Una coalizione difficile da governare. Anche perché se il governo dovesse dipendere dai responsabili quanti posti di governo o sottogoverno potrebbe dare? Due o tre? E gli altri? Gli insoddisfatti renderebbero la vita del governo molto difficile, una situazione ingovernabile.

D. A che santo votarsi allora?

R. Ho ascoltato stamattina l'intervento dell'onorevole Casini, che con lunga esperienza ha detto che avrebbe votato fiducia ma ha aggiunto un invito a trovare un nuovo accordo con Italia Viva e i suoi e allargare ancora la coalizione. Mi pare che questa sarebbe una soluzione auspicabile, se le parti dovessero convenirne.

D. Ritiene possibile un riavvicinamento?

R. Se i numeri fossero lontani da 161, visto che il premier chiede responsabilità e si rivolge ai responsabili, per responsabilità dovrebbe rimettere il suo mandato nelle mani del presidente Mattarella, ma non mi pare che abbia questa intenzione. Dovrebbe pensare a come rafforzare la maggioranza non con 4-5-6- responsabili o voltagabbana: questo non rafforzerebbe il governo. E di rafforzarlo c'è bisogno, perché oggi il governo è debole.

D. La prospettiva del semestre bianco sta influenzando le mosse dei partiti?

R. Sì, certamente. Il governo di Conte potrà andare avanti, non senza difficoltà, fino all'inizio del semestre bianco, ma a quel punto cadrebbe perché non si potrebbe più sciogliere il Parlamento, sarebbe una sorta di liberi tutti, e credo proprio che a quel punto potrebbe nascere un nuovo governo.

D. Che valore avrebbe un partito di Conte?

R. Non credo che sarebbe un valore aggiunto perché porterebbe via voti ai Cinque Stelle e ai Democratici. E poi, per esperienza aggiungo che nel momento in cui crei un nuovo partito, anche se sei stato al governo, devi presentarti con un programma. E quali sono le idee di Conte? Le conosciamo? Dovrebbe presentarsi con un proprio programma per prendere più del 5% dei voti, non facile a livello nazionale.

fch

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January 20, 2021 03:38 ET (08:38 GMT)