Alle 12,45 i futures sul Brent sono in rialzo di 31 centesimi, o lo 0,6%, a 53,91 dollari al barile, dopo aver registrato, nel corso della seduta, i massimi livelli dal 26 febbraio 2020, e dopo il balzo di circa il 5% di ieri.

I futures sul greggio Usa guadagnano 21 centesimi, o lo 0,42%, a 50,14 dollari al barile, dopo aver toccato anche in questo caso i massimi dal 26 febbraio. Il contratto ha chiuso ieri a +4,6%.

L'Arabia Saudita, primo esportatore di petrolio al mondo, ha annunciato ieri che effettuerà ulteriori tagli all'output di 1 milione di barili al giorno su base volontaria nei mesi di febbraio e marzo, a seguito della riunione dell'Opec+.

La rapida diffusione dei contagi da coronavirus mette tuttavia in guardia gli investitori da possibili nuovi impatti sulla domanda.

L'Opec+ ha concordato che gran parte dei produttori manterrà l'output stabile a febbraio e marzo, mentre a Russia e Kazakistan è stato concesso un aumento di appena 75.000 barili al giorno a febbraio e altri 75.000 a marzo.

Le scorte greggio negli Stati Uniti sono scese di 1,7 milioni di barili nella settimana conclusasi l'1 gennaio a 491,3 milioni di barili, secondo i dati diffusi ieri dall'Api.

Attesi per oggi i dati dell'Eia relativi alle scorte settimanali di prodotti raffinati negli Usa.