MILANO (MF-NW)--"Il rischio di una guerra più ampia in Medio Oriente è latente, ma sta agli attori dell'area evitarlo. Fino a ieri gli americani sostenevano di non avere evidenze di un diretto coinvolgimento iraniano nel conflitto. Se gli attori mantengono la freddezza almeno per qualche giorno non dovrebbe esserci questo rischio. Ma il Medio Oriente è imprevedibile".

Lo ha detto Vittorio Emanuele Parsi, docente di relazioni internazionali presso la facoltà di scienze politiche e sociali dell'Università Cattolica di Milano, ai microfoni di Class Cnbc. Rispetto alla recrudescenza del conflitto tra Israele e Hamas proprio in questo momento, Parsi segnala che è stata fatta una serie di errori più politici che dal punto di vista dell'intelligence.

"In questi dieci mesi il governo di Netanyahu è stato ossessionato e distratto dalla Cisgiordania, dal proteggere gli insediamenti illegali e dei coloni e ha insediato in quelle zone molte risorse di intelligence e militari", ha spiegato l'esperto. "In parte forse c'è stato un eccesso di affidamento sulla tecnologia - almeno così dicono le fonti di informazione in queste ore - e questo potrebbe essere stato un secondo errore. Poi potrebbe esserci stato un eccesso di confindenza anche nella valutazione del divario tra Israele e i suoi nemici, del miglior posizionamento di Israele nella Regione dopo gli accordi di Abramo e dell'avvicinamento con i sauditi. Ci si aspettava che non sarebbe successo niente".

Inoltre, ha puntualizzato Parsi, stiamo parlando di una crisi che ha diversi livelli di analisi di lettura. "C'è il livello Israele-Hamas, quello Israele-Iran-Arabia Saudita e quello di chi come la Russia verde di buon occhio quello che sta succedendo, perché distrae dalla guerra in Ucraina. Per alcuni aspetti anche la Cina potrebbe essere schierata in questo senso, dato che sta lavorando per accelerare la perdita di leadership occidentale sul sistema: questa crisi è un'opportunità in più per indebolire gli americani e distrarli a loro volta dall'Indo-Pacifico che è il punto centrale sul quale Pechino concentra le sue attenzioni".

Rispetto alle conseguenze che il conflitto in Medio Oriente potrebbe avere sulla guerra della Russia contro l'Ucraina, l'esperto ha avvertito che il rischio principale è che ci sia ancora meno disponibilità di armi e munizioni per sostenere la lotta e la difesa del popolo ucraino. "Questo si sommerà chiaramente all'affaticamento dell'opinione pubblica nei confronti della guerra e gli scenari sulla fine del mondo. Tutte queste argomentazioni, pur essendo legittime, fanno il gioco della propaganda russa che mira a isolare l'Ucraina e lasciarla da sola. Se fossimo un attimo più riflessivi e coerenti capiremmo che in questo momento quello che serve nei confronti di chiunque si muove in questa direzione è la fermezza, non certo la paura".

gan

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October 10, 2023 05:31 ET (09:31 GMT)