"La volatilità del mercato valutario sta aumentando di recente", ha detto il funzionario ai giornalisti. "Le fluttuazioni improvvise dei tassi di cambio non sono auspicabili".

Le osservazioni sono arrivate dopo che il dollaro è salito a un nuovo massimo di 24 anni, a 139,69 yen, giovedì, mentre gli investitori si preparavano a un ulteriore e aggressivo aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve statunitense.

Un tempo accolto con favore per la spinta che dà alle esportazioni, lo yen debole sta diventando un grattacapo per i politici giapponesi, perché fa aumentare il costo dell'importazione di carburante e materie prime già costose.

La debolezza dello yen è guidata in gran parte dall'aumento dei differenziali dei tassi di interesse con gli Stati Uniti, in quanto la Banca del Giappone si impegna a mantenere una politica monetaria ultra-allentata, anche se la Fed si imbarca in grandi rialzi dei tassi.

"Spingendo al rialzo i prezzi dei beni importati, lo yen debole potrebbe danneggiare i profitti aziendali e i consumi", ha dichiarato Nobuyasu Atago, capo economista di Ichiyoshi Securities.

"Ulteriori ribassi dello yen sono negativi per l'economia giapponese e potrebbero far deragliare la sua ripresa dal colpo della pandemia", ha detto.

Il posizionamento del mercato non è particolarmente teso dopo che la ripresa di luglio dello yen ha eliminato le scommesse short, il che significa che potrebbe esserci spazio per ulteriori ribassi se i trader decidono di cavalcare lo yen al ribasso.

Secondo alcuni analisti, una rottura del dollaro/yen al di sopra del livello psicologicamente chiave di 140 potrebbe aumentare la pressione politica sul Primo Ministro Fumio Kishida, affinché adotti ulteriori misure di spesa per attutire il colpo economico dell'aumento del costo della vita.

Nonostante il potenziale danno derivante da un ulteriore calo dello yen, i politici giapponesi hanno poche opzioni per moderare il calo della valuta, oltre a tentare di tenere a bada i mercati.

Tokyo avrebbe bisogno di un consenso informale da parte dei suoi omologhi del G7 per intervenire sul mercato valutario a sostegno dello yen. Questo sarebbe probabilmente difficile, data l'avversione di Washington all'intervento valutario.

Secondo gli analisti, gli Stati Uniti sono poco incentivati ad arginare l'aumento del dollaro, che contribuisce ad allentare le pressioni inflazionistiche.

Inoltre, la Banca del Giappone ha pochi incentivi ad aumentare i tassi di interesse in un contesto di inflazione contenuta e di debolezza economica.

"Non credo che l'indebolimento dello yen costringa la BOJ a modificare la politica monetaria. Per prima cosa, la politica dei tassi di cambio non rientra nelle sue competenze", ha detto Atsushi Takeda, capo economista dell'Istituto di ricerca ITOCHU.