LONDRA (Reuters) - L'autorità internazionale di vigilanza sui titoli Iosco ha presentato le prime indicazioni globali sulla regolamentazione dei mercati digitali e dei criptoasset, traendo insegnamento dal crollo della borsa FTX dello scorso anno che aveva destato timori rispetto alla protezione dei consumatori.

Il settore delle criptovalute, che normalmente deve solo essere sottoposto a controlli antiriciclaggio, ha richiesto che venisse adottato un approccio globale alla regolamentazione, poiché ogni giurisdizione segue le proprie regole.

La mossa arriva dopo che la borsa di criptovalute FTX ha avviato la procedura fallimentare negli Stati Uniti lo scorso novembre, a seguito di una crisi di liquidità che ha richiesto l'intervento delle autorità di regolamentazione di tutto il mondo.

Le raccomandazioni avanzate oggi rappresentano un "punto di svolta nel tentativo di affrontare dei rischi molto chiari e vicini alla protezione degli investitori e all'integrità del mercato", ha detto Jean-Paul Servais, che presiede l'Organizzazione internazionale delle commissioni sui valori mobiliari (Iosco).

Le 18 misure previste applicano garanzie da tempo consolidate dai mercati tradizionali per eliminare i conflitti di interesse tra le diverse parti di una transazione di criptovalute.

L'autorità di vigilanza ha spiegato di voler portare a termine gli standard entro la fine dell'anno e si aspetta che i suoi 130 membri in tutto il mondo li utilizzino per colmare tempestivamente le lacune nei loro regolamenti.

La Iosco, che racchiude un gruppo di autorità di regolamentazione come la Securities and Exchange Commission statunitense, la Financial Services Agency giapponese, la Financial Conduct Authority britannica e la BaFin tedesca, sta sondando l'opinione pubblica riguardo alle norme.

Questo passo segue la messa a punto da parte dell'Unione europea, questo mese, della prima serie di norme complete al mondo in materia, che ha sollecitato la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e altri Paesi ad elaborare le proprie norme.

(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)