ROMA (MF-DJ)--Prosegue lo scontro di pareri legali al vertice di Ita. In una nuova lettera di sei pagine del cda della compagnia e supportata esplicitamente dal Tesoro quale azionista unico, si ribadisce la legittimità dell'azzeramento delle deleghe affidate al presidente Alfredo Altavilla. Ciò in risposta al parere contrario espresso a cavallo del week end dal collegio sindacale.

Lo scrive Il Messaggero aggiungendo che la nuova missiva, diretta ai sindaci che avevano chiesto supporto all'avvocato Niccolò Abriani, contesta in fatto e in diritto il parere dell'organo vigilante secondo cui il cda non poteva deliberare non essendo la revoca dei poteri prevista dall'ordine del giorno, la cui stesura è affidata al presidente. Visto il rifiuto di quest'ultimo a iscrivere il punto nell'ordine del giorno, "il board - si legge nella lettera - aveva il pieno diritto" di porre la questione sul tavolo perché, sempre secondo i consiglieri, egli aveva "volutamente" ritardato di fornire dati sensibili al consorzio guidato da Certares, rallentando così il negoziato con il Tesoro. Si osserva ancora che Altavilla aveva respinto tale richiesta, nonostante a premere fosse lo stesso Tesoro. Di qui lo "stupore e le perplessità", si legge nella missiva del cda, per la posizione assunta dal collegio sindacale che "muove da errate assunzioni nella ricostruzione in fatto" e che perciò "inficia irrimediabilmente le conclusioni in punto di diritto".

I membri del board, si ribadisce, hanno avviato la procedura dell'azzeramento dei poteri del presidente proprio per tutelare la società, ai sensi della legge e dello Statuto. L'amministratore delegato Fabio Lazzerini, prosegue la lettera, ha condiviso le scelte del board rimarcando che 2durante il processo di privatizzazione l'informativa all'intero organo amministrativo, il cda appunto, è stata opaca, con aggiornamenti e coinvolgimenti del tutto parziali giunti essenzialmente" dopo "le perentorie richieste" del Tesoro. Seguono tre pagine di circostanze che, secondo il cda, il i sindaci "non hanno considerato2 nell'esprimere il loro parere.

Quindi la conclusione: "Il presidente non può rifiutarsi di procedere ad una convocazione statuariamente cogente", ovvero non può non discutere del tema sollevato dall'organo societario o di esprimersi a riguardo. "Ritenere non valida la delibera - si conclude - significherebbe espropriare la maggioranza del cda della prerogativa di svolgere doverosamente il proprio ufficio", attribuendo al presidente "un illegittimo diritto di veto" su un punto centrale. Insomma, il cda va avanti, ricordando che anche se si volesse rimettere all'assemblea la scelta finale, questa non potrebbe che confermare quanto già assunto, essendo espressione del Mef.

Di fatto il cda conferma che era nel suo pieno diritto sfiduciare il presidente e osserva che le manovre dilatorie non possono che far male alla società. Il duello a colpi di pareri legali ha ottenuto fino ad ora un solo risultato: mettere in cattiva luce la società in una fase delicatissima, offrendo un'immagine di disunione al vertice che certo non aiuta la trattativa con la cordata guidata dal fondo Certares. Il Tesoro tuttavia tiene il punto onde evitare che Ita piombi nel limbo che ha portato al fallimento di Alitalia. Anche i sindacati si dicono preoccupati, visto che senza un partner forte e un network di dimensioni internazionale il vettore non ha spazi per sopravvivere.

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1809:43 ott 2022


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