Il prelievo ha un'aliquota pari al 50% della parte del reddito aziendale del 2022 che è superiore di almeno il 10% rispetto al reddito medio dichiarato tra il 2018 e il 2021. Il tetto massimo è pari al 25% del valore delle attività nette alla fine del 2021.

Lo schema è diverso dal modo in cui era stato delineato dal Tesoro solo la settimana scorsa. Quella versione prevedeva un'imposta del 35% da gennaio a luglio 2023, calcolata sull'utile netto delle società energetiche, piuttosto che sul reddito come nell'ultima bozza.

Alle 0930 GMT, le azioni di ENI ed Enel erano in calo rispettivamente del 2% e dell'1,7% circa, sottoperformando l'indice delle blue chip italiane, ma sostanzialmente in linea con l'indice STOXX europeo del settore energetico, che è sceso dell'1,7%.

Roma prevede di raccogliere circa 2,565 miliardi di euro (2,66 miliardi di dollari) dalla tassa, che segue un quadro proposto dalla Commissione Europea e sostituisce un'imposta simile in vigore quest'anno, che ha scatenato critiche e rifiuti di pagare da parte di diverse aziende.

Secondo i nuovi termini stabiliti nel bilancio, che non è ancora stato ufficialmente reso noto, circa 7.000 produttori e venditori di elettricità, gas naturale e prodotti petroliferi devono pagare l'importo dovuto entro la metà del 2023.

Le aziende energetiche hanno tempo fino a questo mercoledì - 30 novembre - per effettuare il pagamento finale dell'attuale imposta sulle perdite, che ha un'aliquota del 25% ed è calcolata sul valore delle operazioni soggette all'imposta sulle vendite IVA.

Sulla base dell'acconto del 40% versato alla fine di agosto, si prevede che le entrate totali saranno di circa 5 miliardi di euro, meno della metà della stima preliminare del Tesoro.

Tuttavia, le aziende che non hanno effettuato i pagamenti hanno ancora la possibilità di recuperare pagando sanzioni e interessi.

(1 dollaro = 0,9637 euro)