In Senegal non esistono sondaggi di opinione sulle elezioni, ma il candidato della coalizione, Bassirou Diomaye Faye, è considerato un forte concorrente tra i 19 candidati in lizza per la presidenza nel voto del 24 marzo.

Se sarà eletto, i piani della coalizione potrebbero avere implicazioni significative per l'Unione Economica e Monetaria dell'Africa Occidentale, composta da otto Paesi, e per i piani del Senegal di diventare un produttore di petrolio entro quest'anno.

"Convinti che la piena indipendenza non possa essere raggiunta senza controllare l'economia, la gestione del bestiame, la pesca e l'agricoltura, siamo pienamente impegnati a raggiungere la sovranità alimentare, digitale, fiscale, energetica e scientifica", ha dichiarato Faye nell'introduzione al documento di 84 pagine della piattaforma.

I membri del disciolto partito Pastef di Sonko e altri partiti hanno formato una coalizione e hanno scelto Faye come candidato a novembre, dopo che Sonko era stato squalificato per una condanna per diffamazione.

Sonko ha invitato i suoi sostenitori a sostenere Faye - una preoccupazione per i concorrenti, dato che Sonko gode di un ampio sostegno, in particolare tra i giovani frustrati dalle difficoltà economiche e dalla mancanza di lavoro nel Paese di 17 milioni di persone.

La piattaforma della coalizione presenta proposte che, a suo dire, affronteranno le disuguaglianze e promuoveranno l'occupazione, ma prevede anche significative modifiche alla governance, tra cui la creazione di un ruolo di vicepresidente e l'abolizione della posizione del Primo Ministro.

Le sue proposte che potrebbero preoccupare particolarmente gli alleati regionali e gli investitori includono le riforme fiscali e doganali, l'introduzione di una valuta nazionale e la rinegoziazione dei contratti relativi all'estrazione mineraria, agli idrocarburi, agli appalti pubblici e alle infrastrutture.

La piattaforma elenca una serie di misure che dovrebbero essere implementate prima di poter introdurre una nuova valuta. Ma la mossa rappresenterebbe un'altra minaccia per la valuta dell'Africa Occidentale, il franco CFA, che alcuni Stati della regione guidati da giunte hanno detto di voler abbandonare.

La piattaforma non fornisce dettagli su come cercherà di ristrutturare i contratti, ma ha affermato che lo farà per "rendere l'industria mineraria una leva importante del nostro sviluppo socio-economico" e per "massimizzare le entrate dalla produzione di petrolio".

Il primo sviluppo petrolifero offshore del Senegal dovrebbe iniziare la produzione a metà del 2024. Il progetto di petrolio e gas Sangomar, gestito da Woodside Energy, dovrebbe produrre circa 100.000 barili al giorno.