NEW YORK (awp/ats/ans) - A Wall Street interessa "l'esecuzione". "E dal punto di vista di un investitore, se c'è qualcosa che sto prendendo devo continuare a farlo", considerati i successi ottenuti. Elon Musk, ai microfoni dell'ex anchor di Cnn Don Lemon, torna a parlare del suo uso di ketamina sotto prescrizione medica, e suggerisce che è nel miglior interesse degli investitori di Tesla e delle altre società che guida.

"Ci sono dei momenti in cui nel mio cervello c'è uno stato chimico negativo simile alla depressione" e la ketamina lo allevia, ha spiegato Musk. "Mi aiuta a uscire dalla negatività. Non penso di averne abusato: lavoro 16 ore al giorno e non ci sono situazioni in cui posso permettermi di essere fuori gioco", ha aggiunto il miliardario, precisando di aver parlato in passato su X del suo uso di ketamina per aiutare altre persone. Nei mesi scorsi, secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, i manager di Tesla e SpaceX si erano detti preoccupati dall'uso di droghe ricreative da parte di Musk. Il miliardario aveva risposto con rabbia e rispedito seccamente al mittente le indiscrezioni, dicendo di non essere mai risultato positivo ai test sulle sostanze stupefacenti in tre anni.

Nella lunga intervista a Lemon, Musk ha raccontato il suo recente incontro con Donald Trump in Florida ("ero a casa di un amico per colazione ed è venuto. Non mi ha chiesto donazioni e non pagherò i suoi conti legali") e si è detto "ottimista" sul futuro di X. "I ricavi pubblicitari stanno aumentando, e anche quelli dagli abbonamenti", ha messo in evidenza, ribadendo che la sua aspirazione è quella di rendere la "vita multi planetaria".

Fra le numerose sfide di Musk c'è quella dell'intelligenza artificiale. Il miliardario, come promesso, ha reso open source la sua chatbot Grok, la rivale di ChatGPT, intensificando lo scontro con OpenAI, alla quale ha fatto causa per aver tradito la sua missione originaria. Rendendo il codice aperto a tutti, Musk alimenta ulteriormente il già intenso dibattito sull'intelligenza artificiale, confermando con i fatti la sua convinzione: ovvero che una tecnologia così importante come l'intelligenza artificiale non può essere controllata unicamente da giganti come Google e Microsoft, che è partner di OpenAI.