NEUCHÂTEL (awp/ats) - Si confermano ulteriormente i segnali di rallentamento del rincaro: in settembre i prezzi alla produzione e all'importazione sono scesi (su base annua) dell'1,0%, dopo il -0,8% di agosto e il -0,6% registrato in luglio e pure in giugno.

Nel nono mese dell'anno il relativo indice calcolato dall'Ufficio federale di statistica (UST) si è attestato a 108,6 punti, registrando una flessione dello 0,1% rispetto ad agosto, emerge dalle tabelle pubblicate oggi.

Nel dettaglio, per quanto riguarda il dato sui soli prezzi alla produzione - che mostra l'evoluzione dei prodotti indigeni - si è assistito rispettivamente a una stabilità mensile e un incremento annuo dello 0,9%, con un indice a 107,3 punti. Nel confronto con agosto sono diventati più a buon mercato soprattutto i prodotti petroliferi.

Il secondo sottoindice, quello dei prezzi all'importazione, presenta un'evoluzione differente: una flessione mensile dello 0,2% e un decremento annuo del 4,7%, con un valore a 111,5 punti. Si è fra l'altro dovuto pagare di meno - nel paragone mensile - per petrolio greggio e gas naturale; prezzi in flessione sono stati osservati però anche per autoveicoli, abbigliamento, metalli e prodotti alimentari.

L'indice dei prezzi alla produzione e all'importazione è un indicatore congiunturale che riflette l'andamento dell'offerta e della domanda sui mercati dei beni, spiegavano tempo fa gli specialisti dell'UST di Neuchâtel. Il dato è considerato un parametro importante per capire lo sviluppo dei prezzi al consumo (cioè l'inflazione), poiché i costi di produzione sono normalmente trasferiti sui prodotti finali. Tuttavia mostra oscillazioni significativamente più marcate ed è molto più volatile a causa della forte dipendenza dalle materie prime.

A titolo di confronto, in Svizzera l'inflazione si è attestata in settembre al +1,7%, in lieve aumento rispetto al +1,6% di agosto e luglio. Nel 2022 il rincaro è stato del 2,8%: il dato, unito a una crescita dei salari reali limitata allo 0,9%, ha comportato per i lavoratori dipendenti la più grave perdita di potere d'acquisto dai tempi della Seconda guerra mondiale.

Seppur in rallentamento la fase di crescita dei prezzi non sembra peraltro destinata a finire in tempi brevi: le previsioni del rincaro elvetico per l'insieme del 2023 avanzate da autorità, banche e istituti vari sono comprese fra il 2,1% e il 2,7%. Per quanto riguarda il 2024 le stime si muovono in una fascia fra l'1,2% e il 2,2%.