MILANO (MF-DJ)--Mosca ha respinto le nuove sanzioni imposte al Paese dagli Stati Uniti definendo "ostili" le restrizioni dell'amministrazione del presidente Joe Biden.

Il ministero degli Affari esteri russo ha detto ieri sera che avrebbe risposto contro quello che ha definito un atto "controproducente" che ha ulteriormente aggravato le relazioni bilaterali.

"Questo è solo un pretesto per le continue interferenze non mascherate nei nostri affari interni, e non lo accetteremo", ha detto in una dichiarazione Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo, aggiungendo che "sulla base del principio di reciprocità, risponderemo ma non necessariamente con misure simmetriche".

La portavoce ha detto anche che le sanzioni falliranno: "qualsiasi speranza di imporre qualcosa alla Russia tramite sanzioni o altre pressioni è fallita in passato e fallirà ora". Zakharova non ha però spiegato come la Russia potrebbe rispondere.

I commenti arrivano dopo che gli Stati Uniti hanno imposto ulteriori sanzioni alla Russia per il sospetto avvelenamento del leader dell'opposizione Alexei Navalny ad agosto dell'anno scorso. Washington ha imposto restrizioni contro 7 alti funzionari russi e 14 entità "in base alle loro attività di proliferazione a sostegno dei programmi russi sulle armi di distruzione di massa e delle attività sulle armi chimiche", ha detto il dipartimento di Stato degli Stati Uniti.

Navalny, un feroce critico del presidente russo Vladimir Putin, è stato avvelenato con l'agente nervino Novichok ad agosto. L'uomo è stato poi portato in Germania in aereo per le cure mediche e, al ritorno in Russia a gennaio, è stato arrestato e accusato di aver violato la libertà vigilata per una precedente condanna. Il Cremlino ha negato qualsiasi coinvolgimento nell'avvelenamento, che secondo Navalny è sttao politicamente motivato.

In un processo all'inizio di febbraio Navalny ha affermato che non aveva potuto partecipare all'udienza dato che era in coma a seguito dell'avvelenamento. Tuttavia, è stato condannato a una pena detentiva di due anni e mezzo.

Gli Stati Uniti e l'Ue avevano evitato di imporre sanzioni subito dopo la sentenza, chiedendo l'immediato rilascio di Navalny. Tuttavia, entrambi sono stati costretti ad agire data la mancanza di azione da parte del Cremlino.

Gli Usa hanno coordinato le loro sanzioni con l'Ue, che ieri ha emesso le proprie misure restrittive, sanzionando quattro alti funzionari governativi "responsabili di gravi violazioni dei diritti umani" e coinvolti negli "arresti, nei procedimenti giudiziari e nelle condanne arbitrari" contro Navalny. Le restrizioni si sono aggiunte ad altre misure imposte lo scorso ottobre quando l'Ue ha limitato i viaggi e congelato i beni di sei funzionari russi e di un'entità.

Il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha detto ieri che gli Stati Uniti hanno inviato un "chiaro segnale sul fatto che l'uso da parte della Russia di armi chimiche e l'abuso dei diritti umani hanno gravi conseguenze". Alcuni non pensano che le misure siano però tali da scoraggiare la Russia dal condurre abusi simili in futuro.

La Russia sta già operando sotto sanzioni in seguito all'annessione della Crimea dall'Ucraina nel 2014, all'ingerenza nelle elezioni statunitensi del 2016 e all'avvelenamento con il Novichok nel 2018 dell'ex spia Sergei Skripal nel Regno Unito.

La prossima mossa della Russia è ora molto attesa, anche se la portavoce del ministero degli Esteri ha detto che il Paese non combatterà il fuoco con il fuoco. "Indipendentemente dall'entusiasmo degli Stati Uniti per le sanzioni, continueremo a sostenere in modo coerente e risoluto i nostri interessi nazionali e a respingere qualsiasi aggressione. Esortiamo i nostri colleghi a non giocare con il fuoco", ha detto Zakharova.

cos

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March 03, 2021 06:01 ET (11:01 GMT)