ROMA (MF-DJ)--"La proposta della Commissione è il punto di partenza,

non certo quello di arrivo, della discussione sulla riforma della

governance economica europea. Da una prima valutazione sembrerebbe che il

nuovo impianto sia piú favorevole rispetto al sentiero di aggiustamento

che sarebbe necessario seguire se fossero riattivate le vecchie regole, in particolare quella sul debito nel caso in cui il percorso di

aggiustamento concordato si sviluppi su sette anni".

Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso di un'audizione alla Camera sulla riforma della governance economica europea.

L'Italia, ha aggiunto il ministro, "sta partecipando attivamente al

dibattito fornendo, nella discussione con i nostri partner europei e con

la Commissione, analisi e proposte di tipo costruttivo volte a

migliorare le linee di riforma delineate nella Comunicazione e non

dimenticando che tale dibattito deve svolgersi tenendo conto dei

numerosi altri tavoli in corso".

Giorgetti ha ribadito che "l'Italia ha tutto l'interesse a mantenere una gestione ordinata della finanza pubblica. La riduzione realistica, graduale e duratura dello stock di debito pubblico è indispensabile per

liberare l'Italia da una situazione cronica di assenza di spazi fiscali

da utilizzare per il perseguimento di politiche che consentano di

tenere il passo degli altri partner europei, affrontare le sfide della

competitivitá in un e fronteggiare eventuali situazioni di emergenza".

Tornando alle nuove regole europee, Giorgetti ha sottolineato che "il governo è costantemente impegnato nelle sedi istituzionali europee per fare in modo che si possa arrivare a un coordinamento piú efficace delle politiche di bilancio che, facendo perno sull'interdipendenza tra gli Stati membri, vada oltre le sole esigenze di consolidamento fiscale e possa innalzare il potenziale di crescita dell'economia, condizione indispensabile di qualsiasi strategia credibile di riduzione del debito pubblico in rapporto al Pil".

In particolare, "sarebbe auspicabile accentrare il finanziamento degli investimenti che hanno una valenza strategica per l'intera Unione, completando la riforma della governance europea con l'introduzione di una capacitá fiscale centralizzata o, comunque, con la predisposizione di uno strumento comune per finanziare beni pubblici europei".

"Il ritardo nella predisposizione di tali strumenti è stato anche

alla base del mancato perseguimento di adeguati obiettivi di crescita e di rafforzamento della competitivitá europea rispetto al resto del

mondo e del mancato coordinamento della politica monetaria", ha concluso.

rov


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March 02, 2023 12:02 ET (17:02 GMT)