Per FdI rischio essere irrilevante

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Strasburgo, 17 lug -- Tutti i fari sono puntati sul Parlamento europeo: domani fra le 13 e le 15 gli eurodeputati si esprimeranno sul secondo mandato a Ursula von der Leyen per la guida della Commissione europea. Gioca ancora a carte coperte il gruppo dei Conservatori e riformisti europei, di cui è leader la premier italiana Giorgia Meloni, nel senso che continua a essere indeterminato su quanto farà domani. In particolare l'attenzione è sul voto della delegazione italiana. Mentre i 24 parlamentari di Fratelli d'Italia mantengono una posizione di attesa (attesa per ciò che von der Leyen presenterà domani in aula in termini di impegni programmatici sui prossimi cinque anni), i Verdi continuano invece a dare segnali che il sostegno all'ex ministra tedesca sarebbe ormai assicurato. Se così sarà, l'apporto a suo favore degli eurodeputati di Fratelli d'Italia potrebbe essere addirittura irrilevante. E quanto meno è rilevante un apporto in situazioni del genere, tanto meno si può capitalizzare il risultato. Il rischio per la premier Meloni è di decidere troppo tardi in sede parlamentare attraverso i deputati del suo partito dopo aver scelto al Consiglio europeo di astenersi su von der Leyen.

In ogni caso occorre aspettare domani: il voto sarà segreto e le posizioni dei vari gruppi e dei singoli parlamentari, dovrebbero essere chiarite subito dopo. Sulla carta von der Leyen ha la maggioranza, totalizzando Ppe, S&D e Re (liberali) quaranta voti più del necessario; con l'apporto dei Verdi ci sarebbe il riparo dai dissenzienti interni ai tre gruppi che non sono pochissimi. La presidente della Commissione -- uscente e con ogni probabilità rientrante -- fornirà un capolavoro di equilibrismo. Per esempio e innanzitutto sul tema del Green Deal, tra conferma degli obiettivi generali ed enfasi sul pragmatismo nel realizzarsi, sapendo che due terzi del Ppe la pensa come Ecr e i gruppi sovranisti estremi. Senza però correre il rischio di vedere i Verdi mettersi di traverso. Dalla combinazione e dagli equilibri dai vari elementi del "puzzle" programmatico emergerà lo spazio per votarla o meno da parte degli italiani dell'Ecr.

La formazione della nuova Commissione è parte integrante però non esaustiva della partita del voto su von der Leyen. Parte molto importante per l'Italia che rivendica una posizione di rilievo. Più di rilievo rispetto alle ultime legislature, giacchè tutto si può dire tranne che i commissari italiani non abbiano avuto responsabilità politiche di rilievo a Bruxelles. Nella von der Leyen 1 Paolo Gentiloni guidava gli Affari economici, posto delicato tanto più vista la consistenza del debito pubblico nazionale. Nella Commissione Juncker Federica Mogherini era l'Alta rappresentante per la politica estera e sicurezza, vicepresidente di diritto. È un fatto che abbia avuto poca presa sui dossier cui è interessata specificatamente l'Italia, tuttavia è un po' il limite di quella posizione ai vertici Ue, non una specificità del caso Mogherini: chi esercita la funzione di "ministro" degli esteri Ue per tre quarti del tempo si occupa della dimensione globale delle politiche europee.

Antonio Pollio Salimbeni - Aps

(RADIOCOR) 17-07-24 18:26:26 (0606)EURO 3 NNNN


(END) Dow Jones Newswires

July 17, 2024 12:26 ET (16:26 GMT)