BRUXELLES (awp/ats/ans) - I lobbisti di Amazon non possono più entrare nel Parlamento europeo. Lo ha deciso l'Eurocamera, riferisce l'agenzia Belga, su richiesta dei parlamentari della commissione per l'Occupazione e gli affari sociali (Empl), dopo i ripetuti rifiuti del colosso high-tech americano di partecipare a una audizione sulle condizioni di lavoro dei propri dipendenti nell'Ue.

Alla fine dello scorso anno l'azienda aveva anche annullato una visita prevista degli europarlamentari nelle proprie sedi in Germania e Polonia. Dopo una lettera della Empl alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola la Conferenza dei presidenti del Parlamento ha deciso di rimettere la decisione sulle credenziali dei rappresentanti Amazon all'organismo dedicato, che ha quindi tolto loro la possibilità di accedere agli edifici dell'Eurocamera.

"Il processo decisionale dell'Ue non è in vendita - commenta in una nota la segretaria della Confederazione europea dei sindacati Esther Lynch -. Ci congratuliamo con il Parlamento europeo e il Collegio dei Questori per aver preso posizione a favore della democrazia. Amazon si rifiuta di rispondere al Parlamento Ue, ed è giusto che il suo accesso venga rimosso. Chiediamo che questa decisione si applichi a tutti i lobbisti di Amazon, compresi i suoi consulenti. Ciò deve segnare l'inizio di un processo atteso da tempo. Attualmente, conviene che le aziende investano nella modifica delle leggi dell'Ue a loro favore - ha proseguito Lynch -. Bruxelles ha il maggior numero di lobbisti aziendali di qualsiasi città d'Europa, seconda solo a Washington a livello mondiale. L'accesso istituzionale dovrebbe invece essere riservato alle organizzazioni democratiche e rappresentative".