ROMA (MF-DJ)--Si avvicina il giorno in cui B.Mps dovra' dire alla

vigilanza di Francoforte e al mercato come colma il deficit patrimoniale,

stimato un mese fa dalla banca in "oltre 300 milioni al 31 marzo e circa

1,5 miliardi a fine 2021".

Lo scrive Repubblica precisando che le indiscrezioni, anche se non

trovano conferme ufficiali, vedrebbero Mps ricapitalizzare in tre tranche, la prima in bond subordinati poi due in capitale, nel corso di tutto l'anno. Il Tesoro azionista di maggioranza sta ultimando il negoziato con l'Antitrust Ue, chiamata ad approvare ogni iniezione di fondi essendo la banca sotto aiuto di Stato dal 2017.

Lo schema di lavoro, da perfezionare con le istituzioni sovranazionali e all'esame del cda Mps giovedì 28, rifletterebbe "a specchio" la struttura del deficit resa nota il 17 dicembre scorso, in un rafforzamento per gradi che dovrebbe partire da un bond subordinato, seguitare in primavera con l'aumento di capitale da un miliardo, e terminare il prossimo inverno con un altro aumento fino a un miliardo, cifra variabile in base ai risultati semestrali (il piano strategico postula una perdita netta 2021 di 562 milioni, principalmente per spesare i 2.670 esuberi del quadriennio).

Sarebbe cosi' istradato un rafforzamento fino a 2,5 miliardi, nella parte superiore della fascia "2-2,5" annunciata un mese fa; e che avrebbe tra i pregi principali quello di lasciare una certa flessibilita' strategica al Tesoro.

L'impegno che il socio di maggioranza (al 64%) ha preso con Bruxelles di riprivatizzare la banca, suggellato sei mesi fa dalla nomina dell'advisor Mediobanca e a gennaio con l'affiancamento di Credit Suisse, e' infatti soggetto a una congiuntura astrale complicata, per l'agenda politica dell'Italia alle prese con il rimpasto del governo Conte e per le condizioni dei mercati e del settore nostrano tra convalescenza da Covid e consolidamento.

Sul fronte politico, anche se i dirigenti del Tesoro trattano da anni

con gli uffici della commissaria Margrethe Vestager sul Monte, la

sopraggiunta debolezza del governo Conte potrebbe nuocere: anche perchè,

come ha fatto notare l'azionista critico di Mps Bluebell scrivendo alla

Commissione europea e alla Bce, nella cornice di aiuti di Stato agevolata

introdotta lo scorso marzo, il Tesoro potrebbe mettere massimo altri 1,2

miliardi in Mps, come quota parte per ripianare le perdite dovute al

Covid. E 1,2 miliardi sono meno degli 1,6 che equivalgono al 64% dei 2,5

allo studio. Poi ci sono gli aspetti finanziari: sfidare i mercati a

febbraio, in assenza di schiarite sull'aggregazione che resta la strada

maestra per rimettere in sesto la banca, potrebbe rivelarsi temerario;

piú praticabile invece l'emissione di un bond a rischio, che potrebbe

pagare anche meno del 10% dato che gli altri subordinati Mps da due mesi

sono risaliti molto.

Inoltre c'è l'esigenza di allineare l'agenda di Siena con quella di

Unicredit, l'unica reale candidata, che da luglio tratta con il Tesoro

condizioni di favore (e circa 5 miliardi di euro sono pronti al caso).

Ed è quasi certo che Unicredit non vorrá valutare nessuna opzione

strategica prima di nominare il nuovo ad (data prevista il 10 febbraio) e

rinnovare l'intero cda all'assemblea di aprile.

Un terzo elemento che ha bisogno di altro tempo, ma che potrebbe

aiutare, sara' infine trovare una soluzione per sminare i rischi legali

che ingessano il bilancio Mps, e ammontano a ben 10 miliardi di euro, sei

volte la capitalizzazione di Borsa. Quei contenziosi non sono nemmeno

menzionati nel piano strategico, ma qualunque investitore si terrá alla

larga finche' permangono: per questo il Tesoro starebbe provando a

trasferirli nell'altra controllata pubblica Fintecna.

vs

(END) Dow Jones Newswires

January 22, 2021 05:03 ET (10:03 GMT)