ROMA (MF-NW)--Ma se il litigio fra gli eredi del fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio dovesse peggiorare, c'è il rischio che la holding possa traballare nel controllo di EssilorLuxottica, a tutto vantaggio dei francesi? Oltralpe hanno acceso un faro sulle vicissitudini successorie di Delfin. Non solo dal punto di vista fiscale - come riportato da Il Giornale - per capire se Del Vecchio, scomparso a fine giugno 2022, fosse realmente residente a Montecarlo e non invece in territorio transalpino: la mega villa di Beaulieu sur Mer in Costa Azzurra, lasciata alla moglie Nicoletta Zampillo, dista solo una decina di chilometri dall'appartamento del miliardario nel centro di Montecarlo. C'è un altro motivo alla base dell'interesse di Parigi per la dynasty sull'eredità miliardaria che ha generato tra i sei figli eredi del fondatore una frattura che nella City milanese viene descritta ormai come insanabile. I contrasti, spiega MF-Milano Finanza, ruotano attorno alla governance di Delfin, la cassaforte di famiglia che ha in pancia il 32,3% di Essilux, il colosso mondiale dell'occhialeria. Il gruppo, che capitalizza oltre 73 miliardi di euro, rappresenta l'80% di tutte le azioni possedute, complessivamente pari a 29 miliardi. In Delfin, scomparso il fondatore, gli azionisti sono diventati otto, con il 12,5% a testa: i sei figli Claudio, Marisa, Paola, Leonardo Maria, Luca e Clemente (nati da tre madri diverse), la moglie Nicoletta Zampillo e Rocco Basilico, il figlio del primo matrimonio di Zampillo. Tre generazioni diverse per età anagrafica - il più grande, Claudio ha 66 anni; il più giovane, Clemente, appena 19. Ma non hanno di fatto poteri: alla guida della cassaforte, per volontà di Del Vecchio, c'è Milleri, il manager favorito che è stato posto anche al vertice di Essilux, di cui è ceo. Dunque, un'unica persona che comanda a monte e a valle della catena societaria e che ha messo nel mirino Mediobanca. La spaccatura sarebbe in particolare fra il quartogenito Leonardo Maria, nato dal matrimonio di Del Vecchio con Zampillo, e Luca e Clemente, i due figli più giovani, nati invece dalla relazione dell'imprenditore con Sabina Grossi. Assieme alla secondogenita Marisa, Leonardo jr è l'unico tra gli eredi che ha accettato il lascito in maniera semplice, mentre gli altri lo hanno fatto con beneficio d'inventario. Come rivelato da Milano Finanza, Luca e Clemente si sono opposti al legato che il padre aveva disposto a favore di Milleri: una mega-donazione di 2,1 milioni di azioni Essilux, dal valore attuale di 340 milioni. Dietro la lite sulla successione c'è però uno scontro di potere con lo stesso Milleri proprio su Delfin. Sul problema del legato e delle relative tasse, di cui il top manager ha chiesto il rimborso agli eredi, si pronuncerà nei prossimi mesi il Tribunale di Milano. Ma appunto il tema è il potere su Delfin.

Considerando il manager come un gestore del proprio patrimonio, Luca, Clemente e Paola vogliono essere maggiormente coinvolti nelle decisioni della holding lussemburghese. Ma il ceo di Essilux, facendosi interprete della volontà di Del Vecchio, porta avanti la linea di tenere fuori i figli dalla gestione aziendale. La forza gliela dà lo statuto: è nominato a tempo indeterminato, come tutto il board, e può essere revocato solo con il voto unanime degli otto azionisti. In questa vicenda Leonardo Maria, l'unico dei sei figli che lavora nell'azienda fondata dal padre, ha preso le difese di Milleri, di cui è il braccio destro. Da responsabile del retail, lo scorso anno Leonardo jr è stato promosso chief strategy officer di Essilux.

«Francesco è il mio punto di riferimento. Da quando papà non c'è, mi è stato molto vicino sul lavoro, dandomi fiducia, e anche fuori dal lavoro: è stato un ultimo regalo di mio padre», ha rivelato a luglio il 28enne al Corriere della Sera. Insomma, la situazione è esplosiva e gli echi dei litigi sono arrivati anche in Francia, dove guardano con preoccupazione alla stabilità di uno dei campioni globali dell'industria europea, la cui anima è per metà transalpina. Il gruppo, nato dalla fusione del 2018 tra Luxottica ed Essilor, ha 190 mila dipendenti, di cui 67 mila provengono dalla società francese. Oltre ad avere in organigramma diversi top manager l'Oltralpe, Essilux ha inoltre nel capitale un nocciolo duro di soci. Valoptec è la vecchia associazione dei dipendenti Essilor, che in passato ha deciso le sorti del colosso transalpino delle lenti. E oggi ha ancora il 4,2% del capitale.

Scaduti i patti parasociali di governance paritaria post-fusione e archiviati nel 2020 i contrasti fra Del Vecchio e lo storico ceo di Essilor Hubert Sagnières, nel 2021 Delfin ha piazzato Milleri alla guida di Essilux. E un anno dopo, alla morte di Del Vecchio, Milleri è diventato anche presidente. La domanda che alcuni osservatori si fanno è semplice: che cosa succederebbe in Essilux se nella cassaforte il conflitto diventasse permanente? Nel 2024 l'attuale cda scadrà. E toccherà di nuovo al socio di riferimento dare le carte. Del Vecchio aveva blindato Delfin rendendola di fatto un trust in cui i manager comandano e i soci sono meri beneficiari delle cedole. Ma se, come ipotizza qualcuno, si aprisse un fronte legale in Lussemburgo da parte dei figli ribelli per cambiare in maniera giudiziaria le regole societarie della holding, quali potrebbero essere le ricadute nella principale controllata? Non si può escludere nulla.

EssilorLuxottica è poi una public company. Delfin controlla fino al 31% dei voti in assemblea (tetto statutario) e potrebbe contare anche sul 2% circa in mano al sodale Giorgio Armani. Il resto però è flottante, dunque contendibile. Il pericolo instabilità nella catena societaria Essilux potrebbe alimentare desiderata nazionalistici di riassetto e gli appetiti di poteri forti dell'industria francese verso un gruppo da oltre 24 miliardi di fatturato. Alcuni soci di Delfin come Zampillo sono consapevoli di quanto sia importante preservare l'armonia al piano alto. Come rivelato da questo giornale, la vedova si sta spendendo per la pacificazione fra gli eredi e Milleri, una pacificazione fra i rami familiari per cui a quanto risulta si starebbe spendendo attivamente ora anche Claudio. Serve uno sforzo corale, perché la posta in gioco è alta. E i litigi potrebbero rivelarsi fatali.

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2309:12 ott 2023


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