Tutti i segmenti ne risentono, con la notevole eccezione di Dow Jones, lo specialista della stampa finanziaria proprietario del Wall Street Journal. Nei primi nove mesi dell'anno, il free cash-flow consolidato ha raggiunto i 258 milioni di dollari, contro i 618 milioni dello stesso periodo dell'anno precedente.

Questo dovrebbe far rabbrividire ancor di più gli azionisti, compresi diversi fondi attivisti che spingono per una ristrutturazione del conglomerato. Secondo alcuni di loro, al netto del debito consolidato, l'editore HarperCollins, la partecipazione in REA Group e la filiale Dow Jones, valutata a 15 volte l'EBITDA, coprono insieme la capitalizzazione di mercato del gruppo.

Secondo questo calcolo, l'impero della stampa di Murdoch - con i suoi famosi tabloid come il New York Post e The Sun - sarebbe attualmente valutato a zero. Si potrebbero facilmente trascurare questi asset, ma non bisogna dimenticare che insieme hanno più abbonati di The Economist o del Financial Times.

A ciò si aggiunge Foxtel, la televisione a pagamento in Australia con 4,5 milioni di abbonati, e Realtor.com negli Stati Uniti. Tuttavia, bisogna prestare attenzione: questi calcoli della somma delle parti, sebbene attraenti, rimangono rischiosi; con questo piccolo gioco, si poteva già evidenziare un forte sconto di News Corp dieci anni fa, senza però recuperare i propri soldi.

Il progetto sostenuto dagli attivisti prevede di separare le piattaforme di annunci immobiliari dalle attività mediatiche. Non è certo che i Murdoch si lascino convincere. Per la famiglia, le bravate del patriarca - che a 92 anni si sposa per la quinta volta - sono probabilmente un argomento di attualità più scottante.