FRANCOFORTE (Reuters) - È quasi certo che oggi Bce decida di mantenere fermi i tassi ma probabilmente segnalerà che un taglio potrebbe arrivare già a giugno, visto il forte rallentamento dell'inflazione e la continua debolezza economica.

La banca centrale europea ha mantenuto i tassi di interesse fermi da settembre, pur avendo già segnalato che riduzioni sono in vista, in attesa solo di alcuni indicatori sui salari più rassicuranti prima di procedere.

Il blocco a 20 Paesi si trova ora nel sesto trimestre consecutivo di stagnazione economica e il mercato del lavoro comincia a indebolirsi. L'economia statunitense, invece, continua a crescere al di sopra del trend, il mercato del lavoro rimane solido e l'inflazione è cresciuta più del previsto il mese scorso, aumentando il rischio che la crescita dei prezzi si blocchi.

"Il dibattito in corso tra i membri del Consiglio direttivo sui mesi più appropriati per i tagli dei tassi, e la mancanza di reazioni concrete a questa narrazione, significa che non tagliare a giugno... probabilmente danneggerebbe la credibilità della Bce, dato che un taglio è già completamente prezzato dai mercati", ha detto Paul Hollingsworth di Bnp Paribas.

Negli ultimi due mesi, i banchieri centrali hanno menzionato così spesso un taglio a giugno del tasso di deposito del 4% che gli investitori lo considerano un effettivo impegno preliminare.

Tuttavia, è probabile che la presidente della Bce Christine Lagarde eviti di parlare di ciò che accadrà dopo giugno, soprattutto perché c'è ancora poco consenso su quanto i tassi di interesse debbano scendere e quanto velocemente.

I mercati hanno previsto 77 punti base di tagli quest'anno, ovvero poco più di tre mosse, ma le aspettative si sono distribuite in un ampio range.

(Tradotto da Camilla Borri, editing Stefano Bernabei)