Era previsto che il Paese raccogliesse 10 miliardi di euro da una nuova obbligazione a sette anni e 5 miliardi di euro dalla riapertura di un'obbligazione trentennale in sospeso più tardi martedì, con una domanda finale di oltre 66 miliardi di euro e 81 miliardi di euro rispettivamente, hanno dichiarato i tre lead manager.

L'operazione è un "ottimo segnale" per i finanziamenti italiani di quest'anno, ha detto Jens Peter Sorensen, analista capo di Danske Bank, aggiungendo che l'alta domanda riflette le aspettative dei trader di un forte taglio dei tassi di interesse della Banca Centrale Europea quest'anno.

Le vendite di titoli di Stato a gennaio sono solitamente popolari, ma la domanda di martedì è stata molto più alta rispetto ad una vendita di debito simile di un anno fa, quando Roma ha visto 26,5 miliardi di euro di ordini per un'emissione di 7 miliardi di euro.

"All'epoca non eravamo sicuri del punto in cui la BCE era arrivata, ma ora si è molto convinti che la banca centrale sia a posto e si tratta solo di capire quanti tagli dei tassi e quando arriveranno, piuttosto che se arriveranno davvero", ha detto Sorensen.

Allo stesso modo, il Belgio martedì ha visto una domanda di oltre 72 miliardi di euro per un'obbligazione da 7 miliardi di euro, secondo un lead manager, in un altro segnale positivo, dato che i mercati continueranno a dover assorbire un'elevata quantità di finanziamenti nelle economie sviluppate quest'anno.

L'obbligazione con scadenza 15 febbraio 2031 pagherà un rendimento di 6 punti base rispetto a un'obbligazione in essere del novembre 2030, in calo rispetto ai circa 8 punti base iniziali, ha detto Lead. La riapertura per l'obbligazione del 1 ottobre 2053 pagherà un rendimento di 21 punti base rispetto all'obbligazione in essere dell'Italia del settembre 2052, in calo rispetto ai 23 punti base iniziali.

La sostenibilità dell'enorme cumulo di debito dell'Italia, pari a 2,4 trilioni di euro, è stata a lungo vista come un potenziale anello debole per la stabilità del blocco valutario di 20 nazioni.

Nonostante le preoccupazioni sull'impatto dell'inasprimento della politica della BCE e sulle finanze di Roma, le obbligazioni italiane hanno sovraperformato i principali mercati obbligazionari lo scorso anno.

Hanno superato una serie di revisioni del rating potenzialmente rischiose, con un aggiornamento dell'outlook da parte di Moody's che ha alleviato la minaccia di un declassamento del debito italiano a "junk".