ZURIGO (awp/ats) - Nessuna sorpresa riguardo al tasso guida mantenuto all'1,75%, ma grandi incognite in relazione ai futuri passi: è questa la reazione dominante degli analisti dopo le comunicazioni odierne della Banca nazionale svizzera (BNS). Le opinioni divergono in particolare circa la tempistica dell'atteso taglio del costo del denaro. Ecco per esteso il pensiero degli esperti:

UBS, Florian Germanier: La decisione odierna era attesa, poiché l'inflazione ha recentemente sorpreso al ribasso e, all'1,4%, si trova all'interno della fascia obiettivo della BNS. L'istituto si aspetta ora che l'inflazione rimanga all'interno di questa fascia per l'intero periodo di previsione, segno che il ciclo di rialzi dei tassi d'interesse è giunto al termine. Tuttavia, i rischi di inflazione sono ancora presenti, motivo per cui un primo taglio dei tassi di interesse non è ancora in discussione. Con un'inflazione nella fascia obiettivo e il recente apprezzamento del franco ci aspettiamo che la BNS si astenga dal vendere valuta estera in futuro. Prevediamo il primo taglio dei tassi d'interesse in giugno, quando i rischi d'inflazione saranno scongiurati e le altre banche centrali effettueranno i loro primi tagli.

ZKB, David Marmet: Alla vigilia della decisione sui tassi, i mercati finanziari prevedevano un primo taglio nella prima metà del 2024. Queste aspettative sono state almeno smorzate dai commenti del presidente della direzione della BNS Thomas Jordan. Per il momento non ci sono segnali di un taglio dei tassi di interesse. In primo luogo, a differenza di altri grandi paesi industrializzati, il tasso guida non è a un livello restrittivo: ciò significa che il tasso, pari all'1,75%, non sta rallentando in modo evidente l'economia. D'altro canto, la BNS si compiace del fatto che il mercato ipotecario e immobiliare sia diventato sensibilmente meno dinamico negli ultimi trimestri. Pertanto non ci aspettiamo il primo taglio prima della seconda metà del 2024.

LOMBARD ODIER, Philipp Burckhardt: Come previsto, la BNS lascia invariati i tassi. Il contemporaneo indebolimento della crescita, unito al calo dell'inflazione più forte del previsto, incoraggia la BNS a considerare i tassi sufficientemente elevati. Riteniamo che il primo taglio, previsto dal mercato per marzo 2024, sia un po' prematuro, soprattutto perché non ci aspettiamo una grave recessione, ma solo un rallentamento della crescita. L'attenzione della BNS rimane quindi attualmente concentrata sulla riduzione del bilancio. Negli ultimi tempi l'istituto ha ridotto il bilancio di circa il 3%-4% a trimestre: ci vorranno quindi diversi anni prima che la normalizzazione sia completa.

VP BANK, Thomas Gitzel: La BNS può rimanere rilassata. I guardiani monetari svizzeri non hanno dovuto alzare il tasso d'interesse di riferimento in modo così significativo come la Federal Reserve o la Banca centrale europe (Bce), ad esempio, e d'altra parte non c'è bisogno di cambiare immediatamente politica. Poiché il tasso d'inflazione in Svizzera potrebbe tornare a salire nei prossimi mesi a causa dei previsti aumenti degli affitti, la BNS non suona la stessa musica della Fed, secondo la quale i tagli dei tassi potrebbero essere presto all'ordine del giorno. Si prevede invece che la BNS lascerà invariato il tasso guida all'1,75% nel prossimo anno. Questo livello di interesse è basso in termini assoluti e ben si adatta all'attuale inflazione dell'1,4% nonché, soprattutto, al previsto aumento del rincaro nei prossimi mesi.

BANTLEON, Jörg Angelé: Con la decisione odierna, la BNS ha completato il passaggio a un orientamento neutrale della politica monetaria. Poiché ipotizziamo un andamento dell'inflazione per il 2024 più favorevole rispetto alla BNS e individuiamo dei rischi economici, riteniamo possibile una leggera riduzione dei tassi di riferimento (da 25 a 50 punti base) nel prossimo anno. Rispetto alla Bce, tuttavia, la pressione per un allentamento della politica monetaria sarà molto minore. Ciò è dovuto in parte al fatto che i tassi d'interesse sono stati aumentati meno bruscamente e in parte al fatto che l'inflazione dovrebbe rimanere all'interno della fascia obiettivo. Se però l'economia dovesse peggiorare più di quanto attualmente ipotizzato dalla banca centrale, riteniamo che anche in Svizzera sia probabile una riduzione più significativa del livello del tasso di interesse di riferimento.

BANCA MIGROS, Santosh Brivio: Come al solito, la BNS mostra le sue carte solo in misura limitata e rimane cauta nelle sue dichiarazioni. Ci sembra fondamentale che la direzione generale abbia menzionato esplicitamente le incertezze sul fronte del rincaro, nonostante il significativo calo della pressione inflazionistica. Insieme alla previsione di inflazione della BNS, che è stata corretta solo leggermente al ribasso e che ora ipotizza un'inflazione media annua dell'1,9% per il 2024 (in precedenza 2,2%), ciò rafforza la nostra previsione che il tasso di interesse di riferimento rimarrà per qualche tempo al livello attuale. Continuiamo a prevedere un allentamento di 0,25 punti percentuali solo nella riunione del prossimo settembre. Poiché è probabile che la Bce effettui il suo primo taglio dei tassi d'interesse in estate, l'euro rimarrà sotto pressione rispetto al franco. Allo stesso tempo, questo limita il potenziale dei tassi d'interesse sul mercato dei capitali svizzero. Il rendimento dell'obbligazione decennale della Confederazione non tornerà quindi a superare la soglia dell'1% prima della fine del prossimo anno.

RAIFFEISEN, Fredy Hasenmaile: La decisione della BNS non contempla sorprese. La BNS riconosce la minore pressione inflazionistica e abbassa la previsione di inflazione in modo generalizzato, in modo che il rincaro previsto rimanga all'interno della fascia obiettivo per la stabilità dei prezzi sull'intero orizzonte di previsione. Sottolinea inoltre che le condizioni monetarie sono ora adeguate. Ciò può anche essere interpretato come una "missione compiuta" della BNS, ossia riportare l'inflazione nella fascia obiettivo, anche se non si stanca di sottolineare i rischi ancora esistenti. Allo stesso tempo la BNS non vuole ancora saperne di tagliare i tassi d'interesse e non scopre le sue carte in proposito. Colpisce anche il fatto che il tasso di cambio non sia quasi menzionato nella valutazione della politica monetaria. La BNS dichiara inoltre esplicitamente che le vendite di valuta non sono più una priorità. Ciò non significa che la BNS stia già ricominciando ad acquistare valuta estera per evitare un eccessivo apprezzamento del franco, ma significa un cambiamento nella politica precedente in cui le vendite di valuta estera erano favorite come strumento di politica monetaria.

BCG, Daniel Lüchinger: La BNS lascia il tasso d'interesse di riferimento all'1,75% e abbassa al contempo la sua previsione condizionata di inflazione. Mentre il primo passo era ampiamente previsto, il secondo è, a nostro avviso, un logico adeguamento alla ridotta pressione inflazionistica. Con un tasso dell'1,4%, l'inflazione complessiva ha sorpreso al ribasso a novembre e si trova quindi comodamente all'interno della fascia obiettivo della BNS. Allo stesso tempo, la dinamica economica in Svizzera è chiaramente migliore di quella dell'Eurozona. Ciò mette la BNS in una posizione comoda per continuare il suo approccio attendista. La BNS può astenersi dall'aumentare le vendite di valuta nell'attuale situazione. Sebbene anche la BNS allenterà le redini monetarie nel prossimo anno, le sue controparti più importanti all'estero lo faranno in misura maggiore. Di conseguenza, il divario dei tassi d'interesse tra il franco svizzero e l'euro e il dollaro USA si ridurrà nel corso del prossimo anno, rendendo la valuta svizzera più attraente.

BANK SYZ, Adrien Pichoud: L'aspetto fondamentale dell'annuncio di questa mattina è che la BNS ha abbandonato qualsiasi forma di tendenza o previsione sulle prospettive della sua politica monetaria. Già a settembre, la BNS aveva lasciato invariato il tasso di interesse di riferimento, ma aveva reso evidente una "tendenza residua all'inasprimento", menzionando esplicitamente la possibilità di ulteriori aumenti dei tassi di interesse e segnalando che gli interventi sui mercati valutari si sarebbero "concentrati sulla vendita di valute estere". Questi due riferimenti non sono più menzionati e rendono la posizione della BNS il più neutrale possibile.

EFG, Gianluigi Mandruzzato: "Non c'è da sorprendersi che la BNS abbia assunto un tono più accomodante che riflette il miglioramento delle prospettive di inflazione, come evidenziato dalla riduzione delle previsioni condizionali. L'inflazione dovrebbe ora attestarsi all'1,6% nel lungo periodo, più comodamente all'interno della fascia obiettivo della BNS dello 0-2%. La BNS ha sottolineato l'incertezza delle prospettive e ha osservato che per i prossimi trimestri prevalgono i rischi di rallentamento della crescita all'estero e in Svizzera. Di conseguenza, l'aumento dei tassi non viene più menzionato come una possibilità.

PICTET, Nadia Gharbi: La formulazione sugli interventi valutari è rimasta invariata nel comunicato, ma nella conferenza stampa Jordan ha detto: "non ci stiamo più concentrando sulle vendite di valuta estera", un cambiamento piuttosto importante per le prospettive del CHF. È importante notare che la BNS ha abbandonato l'orientamento restrittivo nel suo comunicato stampa. È stata eliminata la frase "nella prospettiva odierna, non si può escludere che un ulteriore inasprimento della politica monetaria possa diventare necessario per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio termine". Nel complesso, a nostro avviso, oggi non ci sono state grandi sorprese. La BNS ha confermato di aver terminato i rialzi dei tassi, ma non ha dato alcuna indicazione di un imminente taglio dei tassi. Nel complesso, la dichiarazione della BNS sulla sua riunione è stata relativamente accomodante.

ODDO, Jurus Arthur: nelle ultime tre settimane, gli investitori hanno rivisto al ribasso le loro aspettative di un taglio dei tassi di dollaro, euro e franco in relazione al 2024. Prevedono che il tasso della BNS scenderà di 25 punti base a marzo, giugno e settembre 2024. Il tasso dovrebbe quindi raggiungere l'1% entro la fine del 2024. Noi adottiamo un approccio più cauto e riteniamo possibile un taglio di 25 punti base nel settembre 2024. L'inflazione risalirà a quasi il 2% a partire da febbraio 2024 a causa di: a) aumenti degli affitti, che interesseranno la metà di tutti i contratti di locazione, b) aumento dei prezzi dell'elettricità e c) aumento dell'imposta sul valore aggiunto. Questo evento limiterà la possibilità di un taglio dei tassi della BNS a partire dal prossimo marzo.