Seguiranno: 1) dichiarazioni del presidente BNS Thomas Jordan 2) sintesi 3) tabella con le previsioni sull'andamento del Pil elvetico da parte dei principali istituti 4) tabella con le previsioni sull'andamento dell'inflazione da parte dei principali istituti 5) eventuali reazioni degli analisti alle novità odierne.

BERNA/ZURIGO (awp/ats) - La Banca nazionale svizzera (BNS) corregge al ribasso le sue previsioni sull'inflazione per i prossimi anni e prevede una crescita economica debole nei prossimi trimestri.

Stando ai dati diffusi oggi nell'ambito del tradizionale esame della situazione economica e monetaria (con il tasso guida lasciato fermo all'1,75%) i prezzi al consumo dovrebbero salire del 2,1% quest'anno, dell'1,9% nel 2024 e dell'1,6% nel 2025. Tre mesi or sono i pronostici erano più elevati, rispettivamente di 2,2%, 2,2% e 1,9%.

La correzione - spiegano gli esperti della BNS - è dovuta ai valori del rincaro più bassi del previsto registrati di recente (l'indice dei prezzi al consumo è salito solo dell'1,4% in novembre), nonché fra l'altro a una minore pressione inflazionistica proveniente dall'estero.

A livello globale l'inflazione dovrebbe scendere ancora, ma le prospettive di crescita per l'economia mondiale rimangono modeste. Anche in Svizzera si prospetta un'espansione poco dinamica, sulla scia di una domanda estera più contenuta e di condizioni di finanziamento più restrittive.

Concretamente il prodotto interno lordo dovrebbe aumentare di circa l'1% quest'anno (previsione confermata) e di un valore compreso fra lo 0,5% e l'1% nel 2024 (prima stima). In questo contesto è probabile che la disoccupazione continui a salire gradualmente e che il livello di utilizzo delle capacità produttive diminuisca ancora in lieve misura.

Analogamente alle previsioni per l'estero, anche quelle relative la Svizzera sono soggette a grande incertezza, mette peraltro in guardia l'istituto guidato da Thomas Jordan. Il rischio principale viene identificato in un indebolimento congiunturale più pronunciato del previsto oltre i confini nazionali.

Non mancano comunque anche rischi squisitamente elvetici: nel mercato ipotecario e immobiliare la dinamica è calata sensibilmente negli ultimi trimestri, ma in questi ambiti permangono vulnerabilità, ricordano gli specialisti della BNS.