ZURIGO (awp/ats) - L'inflazione è scesa ulteriormente in febbraio (all'1,2%, minimo da 2021), ma è ancora troppo presto per aspettarsi che la Banca nazionale svizzera (BNS) abbassi il suo tasso guida, oggi all'1,75%: è l'opinione unanime degli esperti dopo gli ultimi dati sul rincaro diffusi stamani dall'Ufficio federale di statistica (UST).

Nonostante il calo il pericolo rappresentato dall'inflazione non è ancora scongiurato, afferma Thomas Gitzel di VP Bank, in dichiarazioni raccolte dall'agenzia Awp. I prezzi dell'energia e dei generi alimentari continuano a beneficiare di un'importante effetto base, che smorza l'andamento al rialzo, ma il contrario avviene ore nel ramo dei servizi e soprattutto in materia di affitti. Proprio per questo motivo la BNS dovrebbe procedere con cautela alla riduzione dei tassi di interesse.

Sulla stessa lunghezza d'onda è Alessandro Bee di UBS: il dato odierno sull'inflazione e quello della settimana scorsa sul prodotto interno lordo (Pil) elvetico non rendono più probabile un taglio dei tassi da parte della BNS in marzo (l'appuntamento con l'esame della situazione economica e monetaria è per il 21 marzo). Anche se non si può escludere un abbassamento del costo del denaro lo scenario di base di UBS rimane giugno per la prima sforbiciata.

Fredy Hasenmaile di Raiffeisen sottolinea che in materia di pigioni l'indice dei prezzi al consumo (IPC) include per il momento solo gli effetti del primo aumento del tasso di riferimento: i rincari provocati dal secondo ritocco dello scorso dicembre, che avrà effetto in aprile, non saranno inclusi nel tasso fino in maggio. L'analista ipotizza quindi che nel corso dell'anno l'inflazione si sposterà di nuovo verso la parte alta della fascia di obiettivo della BNS, che come noto è dello 0-2%.

Nel frattempo Gitzel fa riferimento anche alle dimissioni del presidente della direzione generale della BNS Thomas Jordan, annunciate venerdì. A suo avviso probabilmente Jordan vuole che tutti i rischi di inflazione siano scongiurati prima di abbandonare il suo incarico. Stando allo specialista potrebbe quindi lasciare al suo successore il compito di procedere all'allentamento della politica monetaria.