Lo ha detto il presidente della Fed, Jerome Powell, in un intervento al simposio annuale di Jackson Hole soppesando il rallentamento della crescita dell'inflazione da un alto e la sorprendente sovraperformance dell'economia statunitense dall'altro.

Powell ha detto che i policymaker della Fed "procederanno con cautela nel decidere se inasprire ulteriormente", ma ha anche chiarito che la banca centrale non ha ancora deciso se il tasso di interesse di riferimento sia sufficientemente elevato da avere la certezza che l'inflazione torni all'obiettivo del 2%.

"È compito della Fed riportare l'inflazione al target del 2%, e lo faremo", ha detto Powell. "Nell'ultimo anno abbiamo inasprito la politica monetaria in modo significativo. Sebbene l'inflazione sia scesa rispetto al suo picco - uno sviluppo gradito - rimane troppo elevata. Siamo pronti ad alzare ulteriormente i tassi, se necessario, e intendiamo mantenere la politica restrittiva fino a quando non saremo certi che l'inflazione si stia muovendo in modo sostenibile verso il nostro obiettivo", ha aggiunto.

In questo contesto, i dati recenti hanno sollevato nuove preoccupazioni, ha affermato. 

"Siamo attenti ai segnali che indicano che l'economia potrebbe non raffreddarsi come ci si aspettava", con una spesa per i consumi "particolarmente robusta" e un possibile rimbalzo del settore immobiliare, ha detto Powell.

L'economia continua a crescere al di sopra del trend, ha spiegato Powell, e se ciò dovesse continuare "potrebbe mettere a rischio ulteriori progressi in materia di inflazione e giustificare un ulteriore inasprimento della politica monetaria". 

Dopo le parole di Powell i futures sui tassi d'interesse statunitensi, secondo Fedwatch di Refinitiv, hanno segnalato in un primo tempo un ridimensionamento delle possibilità di un rialzo dei tassi nei meeting di novembre e dicembre, e poi un aumento delle chance di ulteriore rialzo.

(Tradotto da Chiara Bontacchio, editing Claudia Cristoferi)