NEW YORK (awp/ats/ans) - Il lavoro della Fed per ridurre l'inflazione "non è ancora finito": "Abbiamo bisogno di maggiore fiducia" nella traiettoria di calo dei prezzi prima di tagliare i tassi di interesse. Jerome Powell è cauto sulle prossime mosse della banca centrale e non scopre le sue carte, prendendosi il tempo necessario per decidere. Un temporeggiare che, complici anche le tensioni geopolitiche e i forti acquisti dalla Cina, spinge l'oro di record in record.

"Data la forza dell'economia e i progressi finora fatti sull'inflazione, abbiamo tempo per farci guidare nelle nostre decisioni dai dati economici in arrivo. Se l'economia evolve come ci attendiamo, la maggior parte dei membri della Fed riterrà probabilmente appropriato ridurre il costo del denaro a un certo punto quest'anno", ha detto Powell intervenendo a un evento a Stanford, durante il quale ha difeso l'indipendenza della Fed in un anno elettorale infuocato negli Stati Uniti. Powell è consapevole che un taglio dei tassi a luglio o a settembre, quindi a ridosso del voto di novembre, potrebbe esporre la banca centrale a critiche. "L'indipendenza ci consente e ci richiede di assumere le nostre decisioni di politica monetaria senza considerazioni politiche di breve termine", ha spiegato raccontando che ogni volta che va in Congresso i politici di uno schieramento e dell'altro cercano di convincerlo a schierarsi e sostenere le loro idee.

Il presidente della Fed ha assicurato però che non si è mai lasciato tentare, così come non si è lasciato tirare per la giacchetta nel dibattito politico sull'immigrazione a Stanford. Pur constatando come l'aumento significativo della popolazione lo scorso anno potrebbe aver aiutato il calo dell'inflazione a scendere e allentato le carenze sul mercato del lavoro, non sta alla Fed decidere la politica migratoria.

Gli analisti stimano almeno due tagli di interesse da parte della Fed quest'anno, probabilmente a luglio e settembre. Le chance di una riduzione a giugno sono meno del 50%, aumentando così le possibilità che la Bce - rompendo gli schemi - preceda la banca centrale americana nel ridurre il costo del denaro. L'attesa per la prossima riunione dell'Eurotower, in calendario l'11 aprile, è quindi alta: i riflettori sono tutti puntati su Christine Lagarde, che potrebbe fornire indicazioni più precise sulla tempistica delle prossime mosse della Bce. L'economia di Eurolandia procede a un ritmo più lento di quella americana, e anche sul fronte dell'inflazione ci sono divergenze. Negli ultimi due mesi i prezzi negli States hanno rialzato la testa ed è "troppo presto per dire" se si tratta di un balzo momentaneo o meno, ha messo in evidenza Powell.

Nell'area euro l'inflazione è calata in marzo al 2,4%, in rallentamento rispetto al 2,6% di febbraio. Se continuerà a scendere, la Bce potrebbe decidere di agire già prima dell'estate.