LONDRA (Reuters) - Il Cremlino ha segnalato che tutte le esportazioni di energia e materie prime della Russia potrebbero essere prezzate in rubli, inasprendo così il tentativo del presidente Vladimir Putin di far sentire all'Occidente il peso delle sanzioni imposte per l'invasione dell'Ucraina.

Con l'economia russa che affronta la più grave crisi dal crollo dell'Unione Sovietica del 1991, Putin il 23 marzo in risposta alle sanzioni imposte dall'Occidente, ha ordinato che le esportazioni di gas russo vengano pagate in rubli.

Tale mossa ha costretto la Germania, prima economia europea, a lanciare un "primo allarme" per segnalare che potrebbe andare incontro a un'emergenza di approvvigionamento. Lo scorso anno la Germania ha importato il 55% del gas dalla Russia. 

Come segnale, il più forte finora, che la Russia potrebbe preparare una risposta ancora più dura alle sanzioni occidentali, il presidente della Duma russa Vyacheslav Volodin ha indicato che quasi tutta l'energia e le esportazioni di materie prime della Russia potrebbero presto essere valutate in rubli.

Alla richiesta di un commento su tali dichiarazioni il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto: "Si tratta di un'idea su cui bisogna assolutamente lavorare".

Peskov ha affermato che il ruolo del dollaro americano come valuta di riserva globale ha già subito un duro colpo,  e che un'iniziativa volta a prezzare le principali esportazioni della Russia in rubli sarebbe "nel nostro interesse e nell'interesse dei nostri partner".

(Tradotto da Michela Piersimoni, editing Andrea Mandalà)