La Borsa di Parigi ha incrementato i suoi guadagni (+0,25% a 7.290), ma si trova nel mezzo della sua ottava sessione di stagnazione virtuale, con gap sistematici inferiori allo 0,5% alla chiusura. Non c'è volatilità da 10 giorni, ma cosa dire dei volumi di questa settimana, con scambi degni di un mercato azionario di terza categoria: 850MnsE scambiati in 8 ore di trading venerdì.



Dopo una giornata poco brillante giovedì, l'andamento è altrettanto tranquillo oggi: è vero che la riapertura di Wall Street su una nota indecisa (con un +0,3% sul Dow Jones e un -0,3% sul Nasdaq) non è molto stimolante. I mercati statunitensi hanno riaperto solo per una breve sessione in questo 'Black Friday' (chiusura alle 19), il giorno che dà il via alla frenesia del trading di fine anno.



Nel corso dell'intera settimana, il CAC 40 sta guadagnando tra lo 0,7% e lo 0,8%, ancora saldamente ancorato al di sopra della sua principale resistenza di 7.250 punti, mentre l'indice Euro STOXX 50 (stabile) è in rialzo di circa lo 0,5% da lunedì mattina. I grafici di Kiplink Finance, che parlano di una configurazione rialzista 'tecnicamente perfetta', ritengono che la resistenza del CAC significhi che si può prevedere un rapido breakout al di sopra della zona superiore di 7310/7340 punti.



A questo ritmo, potremmo presto parlare di un nuovo record annuale", prevede la società di brokeraggio parigina. I 'verbali' della BCE, pubblicati ieri, hanno mostrato che il Consiglio direttivo è pronto a ulteriori rialzi dei tassi, anche se questa opzione non corrisponde al suo scenario di base (nessuno crede in un'ulteriore stretta monetaria).



Gli indici PMI presentati giovedì hanno mostrato che l'attività nell'Eurozona si è contratta per il sesto mese consecutivo a novembre, rafforzando ulteriormente la probabilità di una recessione, uno scenario che la BCE sta cercando di evitare a tutti i costi. L'indice Ifo sul clima degli affari in Germania è salito a 87,3 nel mese in corso, rispetto agli 86,9 di ottobre, quando gli economisti si aspettavano un indice medio di 87,5.


I Bund scendono marginalmente di 1,6 punti al 2,639%, mentre gli OAT aggiungono appena 1 punto. Negli Stati Uniti, l'unico indicatore del menu del giorno è l'indice PMI, che sembra essersi stabilizzato leggermente al di sopra della soglia critica dei 50 punti da settembre (+0,2% a 50,8), ma il PMI manifatturiero cade in territorio di contrazione a 49,4 (rispetto ai 49,9 previsti).



I T-Bond sono comunque saliti di +6,7 punti al 4,478%, il che non ha aiutato il dollaro, che è sceso del -0,3%: l'euro è salito fino a sfiorare 1,0935. I prezzi del greggio sono stati esitanti, in quanto gli investitori hanno gradualmente rivolto la loro attenzione a Vienna, dove i ministri dell'OPEC e dei suoi alleati decideranno la strategia di produzione la prossima settimana.





Il Brent è in rialzo dello 0,3% a 81,5 dollari al barile, mentre il greggio leggero statunitense (WTI, West Texas Intermediate) è fermo a circa 77 dollari. L'oro è tornato sopra i 2.000 dollari... ma le contrattazioni sono tranquille. Copyright (c) 2023 CercleFinance.com. Tutti i diritti riservati.