SHANGHAI (Reuters) - Azionario cinese chiude poco mosso, con i guadagni del settore finanziario che compensano le perdite delle aziende del settore minenario dopo che Pechino si è impegnata a stabilizzare i prezzi delle materie prime.

L'indice delle blue chip CSI300 ha chiuso in rialzo di 0,3% a quota 5.186,41 punti, mentre lo Shanghai Composite ha perso lo 0,1% chiudendo a quota 3.506,94.

Il sottoindice energetico del Csi300 e quello dell'industria estrattiva hanno fatto registrare la performance peggiore, chiudendo in calo di 3,2% e 3,3%.

La Cina rinforzerà la sua gestione sia dal lato della domanda che da quello dell'offerta per limitare incrementi "irragionevoli" dei prezzi delle materie prime ed impedire che tali aumenti si ripercuotano sui consumatori, ha detto ieri il governo di Pechino.

Questo commento ha portato ad un'estensione delle recenti perdite dei prezzi delle materie prime, inclusi quelli dell'acciaio e dei minerali ferrosi, dopo la crescita vista all'inizio dell'anno grazie alla ripresa post-lockdown della domanda e un allentamento della liquidità globale.

I titoli legati a criptovalute e blockchain hanno visto a loro volta delle perdite dopo il crollo delle criptovalute nel paese.

Tuttavia gli analisti credono che il crollo delle criptovalute avrà un impatto molto limitato sul mercato in generale.

La partecipazione degli investitori cinesi al mercato delle criptovalute è molto limitata a causa dei continui giri di vite imposti da Pechino, spiega Yan Kaiwen, analista presso China Fortune Securities.

Yan aggiunge che il mining di Bitcoin ha consumato una fetta troppo ampia delle risorse naturali cinesi, incluso il carbone, in un periodo in cui la Repubblica Popolare mira a raggiungere la neutralità delle emissioni.

Il sottoindice finanziario del CSI300 ha guadagnato l'1% sulla scia dei guadagni di banche e aziende finanziarie.

(Tradotto da Luca Fratangelo in redazione a Danzica, in redazione a Roma Francesca Piscioneri)