MILANO (Reuters) - La II Corte d'Appello di Milano ha assolto dalle accuse di falso in bilancio e aggiotaggio in relazione ai derivati Santorini e Alexandria l'ex presidente di Mps Alessandro Profumo e l'ex AD Fabrizio Viola "perché il fatto non sussiste".

I giudici di secondo grado hanno ribaltato la sentenza con cui il Tribunale il 15 ottobre 2020 aveva condannato i due ex dirigenti a sei anni di reclusione. In appello è stata assolta anche la banca come responsabile civile e sono state revocate le statuizioni civili che erano state riconosciute alle parti civili con la condanna di primo grado.

Secondo gli analisti, la sentenza di assoluzione potrebbe ulteriormente ridurre i rischi legali tuttora presenti nel bilancio della banca. Ulteriori riduzioni del petitum a seguito della sentenza Profumo-Viola determinerebbero, secondo quanto sottolineano gli analisti in vari report, "rilascio di riserve a beneficio del capitale".

Il titolo ha accelerato a Piazza Affari dopo la sentenza e intorno alle 14,35 sale del 3,9%.

La procura generale di Milano, che aveva invece chiesto la conferma della condanna, può ora far ricorso alla Corte di Cassazione, ultimo grado di giudizio.

La Cassazione l'11 ottobre scorso ha assolto in via definitiva tutti gli imputati del processo principale sulla contabilizzazione dei due derivati dal 2009 al 2011 da parte di Mps.

I due ex vertici erano imputati per la stessa vicenda, ma per il periodo fra il 2012 fino alla semestrale 2015.