Leonardo Del Vecchio è pronto a sostenere progetti ambiziosi per Mediobanca dopo aver consolidato la sua posizione di primo azionista salendo al 10,2%.

In un'intervista al Messaggero, l'imprenditore spiega i motivi per cui l'anno scorso ha investito in Mediobanca, "snodo" importante per la stabilità del sistema economico italiano insieme alla partecipata Generali.

"Abbiamo assistito a segnali che rischiavano di assottigliare queste caratteristiche - mi riferisco ad esempio allo scioglimento del patto di sindacato e al disinvestimento di soci importanti come Unicredit o Vincent Bollorè. Questo ha creato la necessità e l'opportunità di un mio personale contributo", spiega al quotidiano.

Tuttavia la sua holding Delfin, tramite la quale detiene la partecipazione, non è un "fondo attivista" e non ha "richieste o rivendicazioni", precisa.

"Abbiamo solo aspettative positive sul futuro di Mediobanca, come è giusto per un investitore. Valuteremo con attenzione l'operato del management e utilizzeremo il voto assembleare in modo sereno e costruttivo. Ho saputo da poco che ci sono tre liste, valuteremo i profili dei diversi candidati e prenderemo la decisione migliore nell'interesse della banca".

Sulle voci di una contrapposizione con il Ceo Alberto Nagel, Del Vecchio si limita a sottolineare: "ho sempre rispetto per i manager delle società in cui ho investito, e sono abituato a giudicare in base ai rendimenti che portano agli azionisti, non su simpatie o antipatie".

L'imprenditore poi ribadisce apprezzamento per il piano strategico di Mediobanca presentato a novembre e si riserva di valutare "il nuovo piano post Covid che è stato annunciato".

"Io non ho mai fretta, non anticipo giudizi e sto ai patti", aggiunge.

E su Generali, in cui Mediobanca è prima azionista con il 13% e lo stesso Del Vecchio ha il 4,8%: "una società a cui sono molto legato e che mi piacerebbe tornasse ad essere più centrale nello scacchiere mondiale. Ovviamente non è compito mio dire come, mi auguro che il management di Mediobanca e quello di Generali sappiano come fare".

(Gianluca Semeraro, in redazione a Milano Maria Pia Quaglia)