BRUXELLES (Reuters) - L'Unione europea rischia di non raggiungere l'obiettivo di collegare tutte le famiglie europee a una rete gigabit entro il 2030, facendo emergere la necessità di maggiori investimenti.

È quanto risulta in uno studio commissionato da Etno, l'associazione che rappresenta le principali telco europee.

Lo studio di Analysys Mason giunge mentre la Ue sta valutando la possibilità di chiedere a Google, Meta, Amazon.com Inc, Netflix, Apple e Microsoft di sostenere parte dei costi della rete.

Secondo Deutsche Telekom, Orange, Telefonica, Telecom Italia e i loro concorrenti dovrebbe esserci un equo contributo da parte dei sei content provider che rappresentano più della metà del traffico internet di dati.

Le Big Tech la considerano una tassa sul traffico internet in contrasto con le norme Ue sulla neutralità della rete e sull'uguale trattamento di tutti gli utenti, affermando di investire anche nelle proprie reti di distribuzione dei contenuti.

In base al rapporto, gli investimenti totali nelle telecomunicazioni in Europa hanno raggiunto un picco di 56,3 miliardi di euro nel 2021, il più alto dal 2016, ma ancora in ritardo rispetto ad altre aree

"È necessaria una maggiore capacità di investimento per accelerare l'innovazione, ma le tendenze attuali consolidate esercitano ulteriori pressioni su molti operatori affinché vendano o separino gli asset legati ai servizi e all'innovazione".

Lo studio ha inoltre evidenziato il forte divario tra i ricavi sugli investimenti degli operatori di telecomunicazioni e quelli delle Big Tech.

"Esiste una forte discrepanza tra i rendimenti degli investimenti nell'infrastruttura di telecomunicazione europea e i rendimenti degli investimenti dei servizi più importanti che si avvalgono di questa infrastruttura", si legge.

"Quando si tratta di accesso a Internet, sono gli operatori di telecomunicazioni a sostenere l'onere degli investimenti, mentre in termini di creazione di nuovo valore sono le aziende tech a trarre i maggiori benefici", ha aggiunto lo studio.

(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Andrea Mandalà)