ROMA (MF-DJ)--Aumento dell'inflazione e scelte di politica monetaria, legge di bilancio e nuove Gacs. Questi i principali temi di cui ha discusso il comitato esecutivo dell'Abi durante la prima riunione del 2023.

Sotto la lente dei banchieri principalmente le scelte di Francoforte sui tassi di interesse. La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha già annunciato l'intenzione di procedere con un nuovo rialzo, probabilmente di 50 punti base, anche a gennaio. E in un'intervista rilasciata ieri al Financial Times il capo economista della Banca centrale, Philip Lane, ha ribadito che i tassi di interesse non sono ancora "al livello necessario per riportare l'inflazione tempestivamente al 2%" pur precisando che le decisioni sui rialzi saranno valutate di volta in volta in base ai dati aggiornati. Una dichiarazione accolta positivamente dall'Abi che già negli ultimi mesi del 2022 ha auspicato un rallentamento della stretta della Banca centrale proprio sulla scorta del nuovo andamento dell'inflazione, dovuto principalmente al significativo calo dei prezzi dell'energia.

Più volte il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, ha sottolineato come il cambio del quadro sul prezzo del gas deve essere tenuto in conto nelle decisioni di politica monetaria perché, determinando la contrazione del fattore più decisivo dell'inflazione, renderà possibile essere più prudenti nell'aumentare i tassi. L'Eurostat ha certificato che a dicembre nell'euro-zona c'è stato un raffreddamento dell'inflazione che si è fermata al 9,2%, quasi un punto in meno rispetto al 10,1% di novembre. Una dinamica che, se confermata nei prossimi mesi, potrebbe alimentare aspettative di un approccio più morbido della Bce sui rialzi dei tassi di interesse. Nonostante si tratti di un dato ancora molto lontano dall'obiettivo del 2% a cui deve tendere la politica monetaria. Qualche precisazione potrebbe arrivare dall'intervento di Lagarde al World Economic Forum di Davos, previsto per domani.

La corsa dei tassi di interesse preoccupa i banchieri italiani perché, nonostante gli effetti positivi sui conti, mette sotto pressione famiglie e imprese sul pagamento delle rate dei mutui. Il tasso di interesse medio applicato alle imprese a dicembre è cresciuto, fino a triplicare rispetto a dicembre del 2021, al 3,44% contro il 2,96% del mese precedente, mentre i tassi sui mutui sulla prima casa sono arrivati al 3,09%. Un aumento così forte dei tassi di interesse unito al rischio di deterioramento delle prospettive di crescita potrebbe determinare un nuovo aumento dei crediti deteriorati. A novembre le sofferenze nette delle banche, secondo dati Abi, si sono collocate a 16,3 mld, in calo di circa 350 milioni rispetto a ottobre, restando su un livello considerato ormai "fisiologico". I timori per un nuovo balzo degli Npl restano.

Per questo durante l'esecutivo si è parlato anche di Gacs, le garanzie pubbliche per la cartolizzazione dei crediti deteriorati, ormai scadute il 14 giugno 2022. Per le banche, le Gacs rappresentano una misura fondamentale per ridurre le esposizioni critiche e liberare risorse. Secondo indiscrezioni, sono in corso interlocuzioni tra il governo e la Commissione Ue. Il via libera al rinnovo delle Gacs potrebbe arrivare entro la fine di gennaio.

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valeria.santoro@mfdowjones.it

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