MILANO (MF-DJ)--In un contesto di aumento dei rifiuti di plastica, occorre fare di più in tutta Europa per affrontare le cause profonde dei rifiuti marini alla fonte, per evitare che i rifiuti inquinino i fiumi e si dirigano verso le nostre coste e i nostri mari.

E' quanto si legge nel rapporto 'Dalla sorgente al mare - La storia mai raccontata dei rifiuti marini', pubblicato oggi dall'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), secondo cui le fonti terrestri rappresentano un enorme 80% dei rifiuti marini in Europa e circa l'85% di essi è plastica. Si tratta del primo studio europeo di questo tipo che esamina in modo olistico come questi rifiuti vengono creati e finiscono nei mari europei attraverso i nostri fiumi. La relazione include dieci raccomandazioni per aumentare le conoscenze necessarie per integrare l'azione già intensificata dall'Unione europea attraverso il piano d'azione Ue per l'inquinamento zero, il piano d'azione per l'economia circolare (compresa la strategia sulla plastica), la direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino e la direttiva sulla plastica monouso.

Nonostante queste misure, i dati mostrano che la produzione di rifiuti di plastica sta crescendo più velocemente della crescita economica. Il continuo aumento della produzione di rifiuti di plastica esercita ancora troppa pressione sulle coste e sui mari europei. Inoltre, l'Unione europea non è attualmente sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi politici volti a ridurre significativamente i rifiuti nel passaggio a un'economia circolare, che mira a limitare massicciamente la quantità di plastica e imballaggi che vengono attualmente gettati via.

Tra il 2011 e il 2020, i rifiuti di plastica prodotti pro capite nei 27 Stati membri dell'Ue sono aumentati del 22%, così come la quantità di rifiuti di plastica mal gestiti. La maggior parte degli articoli di plastica usati e scartati vengono riciclati, inceneriti o immagazzinati in strutture di deposito dei rifiuti, ma a causa dei limiti nella capacità di gestione dei rifiuti, una parte arriva ancora nei nostri mari e oceani, diventando la fonte primaria di rifiuti marini. Questi rifiuti non raccolti vengono portati sulle nostre coste attraverso i numerosi fiumi europei. Il risultato è che il 75% delle aree marine valutate sono inquinate. Questo è un problema enorme a causa dell'impatto della plastica sulla vita marina e sulla salute umana attraverso la catena alimentare. In alcuni casi, la natura persistente della plastica fa sì che possa durare fino a 500 anni nell'ambiente.

Per raggiungere gli obiettivi green dell'Europa e, in particolare, gli obiettivi di prevenzione, riduzione e gestione dei rifiuti, è necessaria una piena comprensione dei rifiuti marini, dalla fonte al mare. Dobbiamo anche separare la produzione di rifiuti dalla crescita economica. Gli sforzi in Europa per migliorare la raccolta e la gestione dei rifiuti hanno fatto qualche progresso nella riduzione della quota di rifiuti di piccoli articoli di plastica non confezionati (Ppsi) mal gestiti. Per trovare soluzioni, la legislazione dell'Ue si sta orientando verso un approccio più integrato basato sul monitoraggio, che potrebbe essere sostenuto da una migliore raccolta e analisi dei dati su terreni e fiumi. La maggior parte dei rifiuti marini viene generata sulla terraferma e l'affidabilità dei dati sulla gestione dei rifiuti è limitata. Inoltre, i rifiuti di plastica trasportati attraverso i fiumi rimangono poco studiati.

Le raccomandazioni si concentrano su un migliore utilizzo delle fonti di dati esistenti ed emergenti per monitorare meglio le aree problematiche, che possono contribuire a sviluppare misure mirate. Anche le pulizie e il monitoraggio fisico da parte di volontari sono inestimabili. Anche la tecnologia gioca un ruolo sempre più importante. Il telerilevamento tramite satelliti, aerei, droni e intelligenza artificiale può aiutare a dare un senso ai big data raccolti. I modelli di stima delle perdite di rifiuti e dei rifiuti fluviali sono importanti tanto quanto le attività di raccolta e monitoraggio dei dati. L'uso di questi strumenti è necessario per guidare il processo decisionale politico nei Paesi e nelle comunità che affrontano i maggiori problemi di cattiva gestione dei rifiuti.

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January 19, 2023 09:40 ET (14:40 GMT)