MILANO (MF-DJ)--Il mercato dell'auto in Europa ha continuato a registrare cali notevoli nelle vendite durante i mesi estivi, complici le difficoltà economiche legate alla pandemia ma anche la grave crisi dei microchip. A luglio, nei 32 mercati del panel (Ue+Uk+Efta) le immatricolazioni sono crollate del 23,6% (a 978.918 unità) rispetto al 2020 e del 26,4% sul 2019.

Nel mese di agosto il calo è stato del 18,1% (724.710 immatricolazioni) sul 2020 e addirittura del 32,5% sul 2019. Nei primi otto mesi, grazie agli incentivi dei Governi, c'è stato un recupero del 12,7% (a 8.188.886 unità) rispetto allo stesso periodo del 2020, ma rispetto al 2019 pre-covid rimane un pesantissimo calo del 24,4% (2.643.000 auto in meno).

L'Italia a luglio fa un po' meglio della media europea rispetto al 2020 (-19,2%) ma peggio rispetto al 2019 (-28,1%), mentre ad agosto - un mese che pesa sempre molto poco come volumi - il confronto è lievemente invertito con un calo intorno al 27% sia sul 2020 che sul 2019.

"In Italia", afferma Andrea Cardinali, direttore generale dell'Unrae, "rispetto ai maggiori mercati europei, manca ancora un piano strategico di sostegno al settore auto e di incentivo per puntare al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione, sia quelli molto stringenti già in vigore sia quelli previsti dall'ancor più ambizioso pacchetto della Commissione UE per la riduzione del 55% delle emissioni entro il 2035".

"In Germania", ricorda Cardinali, "il Governo ha già stanziato fino al 2025 oltre 5 miliardi di euro per sostenere la domanda di auto elettriche e Plug-in hybrid, per la sostituzione dei veicoli industriali circolanti e per lo sviluppo di infrastrutture di ricarica. Anche la Francia ha assegnato circa un miliardo del Pnrr per l'acquisto di veicoli elettrici, 1,1 miliardi per il rinnovo del parco circolante, aggiungendo anche altri 100 milioni al piano nazionale già varato nel 2018, con un obiettivo di 7 milioni di infrastrutture di ricarica elettriche nel 2030. In Italia il PNRR indica solo un generico obiettivo per il 2026 senza nessun cronoprogramma, e dimentica completamente il sostegno alla domanda e lo svecchiamento del parco circolante, mentre l'Ecobonus vigente, già depotenziato e con i fondi in via di esaurimento, non è stato ancora rifinanziato nemmeno per il 2022".

In tema di infrastrutture di ricarica, l'Italia compie un piccolo passo avanti nel confronto europeo collocandosi, nella classifica di giugno, al 13° posto con 4,6 punti per 100 Km in confronto ai 5,9 punti della media, due posizioni più avanti rispetto a marzo, ma rimanendo ben lontana dai Paesi leader (Olanda 59,3 e Norvegia 20,6 punti per 100 Km) ma anche dal gruppo dei maggiori mercati: il Regno Unito con 8,7 e la Germania con 7,8 punti di ricarica per 100 Km. Ancora più carente è il nostro Paese per quanto riguarda la rete di ricarica fast (>22 kW), ferma ancora al 10% del totale.

Nella diffusione di auto "alla spina" Bev e Phev, l'Italia è rispettivamente al 10,2% e 9,9%, circa a metà strada rispetto al 18% e 22% degli altri quattro Majors Markets europei. È invece salita al secondo posto, dopo l'Uk, per quanto riguarda le auto ibride, con un recupero proprio nel bimestre estivo grazie al rifinanziamento degli incentivi della fascia 61-135 g/Km utili a rinnovare il parco circolante, ancorché nuovamente prossimi all'esaurimento dei fondi previsto intorno alla seconda metà di ottobre.

com/cce

(END) Dow Jones Newswires

September 16, 2021 10:39 ET (14:39 GMT)