Lo spiega Abi illustrando nel rapporto mensile di luglio la crescita dei prestiti a imprese e famiglie, balzate a giugno al 2,8% nel raffronto su anno dall'1,6% del mese prima.

"L'incremento è soprattutto sostenuto dal finanziamento alle imprese, la cui crescita è più intensa rispetto a quella per le famiglie", ha detto il vice direttore generale dell'Abi Gianfranco Torriero illustrando i dati.

La maggiore dinamica per i prestiti alle imprese è mostrata anche dal dato disaggregato disponibile per maggio 2020, con i finanziamenti alle imprese saliti dell'1,9% annuo e quelli alle famiglie dell'1,3%.

"Si tratta di maggiori esigenze di finanziamento per fronteggiare immediate carenze di liquidità o anche accumulo di finanziamenti per far fronte a futuri problemi, assieme alla presenza di moratorie che mantiene alto il debito residuo", ha detto Torriero spiegando le componenti di questo incremento.

L'abbondante liquidità che le banche rendono disponibili si sposa con tassi sui finanziamenti ancora sui minimi storici.

A giugno, segnala il rapporto Abi, il tasso medio sul totale dei prestiti è il 2,37% (un minimo storico che si confronta con il 2,40% del mese precedente). In particolare sono sempre al minimo storico i tassi medi applicati dalle banche per le nuove operazioni di acquisti di case, a giugno all'1,26% dall'1,33% di maggio. E restano comunque sui minimi anche i tassi sui nuovi finanziamenti per le imprese, all'1,28% dall'1,21% del mese prima.

Non cambia poi il trend recente sulla qualità del credito con un calo delle sofferenze nette, scese a maggio a 26,2 miliardi dai 32,6 miliardi di un anno prima e appena sopra i 26 miliardi di aprile 2020. In rapporto agli impieghi, si tratta dell'1,51% dall'1,50 registrato ad aprile.