Dopo una serie di dati macro che hanno messo in evidenza il rallentamento della seconda economia mondiale, le attenzioni sulla Cina sono in particolare rivolte alla crisi del settore immobiliare, che rischia di impattare in modo rilevante sul sistema finanziario domestico.

Ad intensificare le tensioni su questo fronte la notizia che China Evergrande, il colosso immobiliare più indebitato al mondo, ha chiesto la protezione dai creditori statunitensi, invocando il capitolo 15 del codice fallimentare Usa.

Intorno alle 12,00 il Ftse Mib perde lo 0,6% ai minimi dal 7 luglio con un trend negativo che, se confermato, porterebbe l'indice principale della borsa milanese a chiudere la terza settimana consecutiva in rosso, con un calo del 2%. Da inizio agosto la perdita complessiva è del 6,5%.

Gli operatori ricordano come agosto sia storicamente un mese critico per l'azionario con scambi sottili che amplificano la volatilità.

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In un listino costellato di ribassi, ad appesantire l'indice sono soprattutto bancari e auto.

Tra i primi, in media in calo dell'1,2%, spicca in particolare Mps (-3,2%) che si accoda alla forte correzione del settore a seguito dell'annuncio della tassa sugli extra profitti la settimana scorsa. In discesa, tra le peggiori del comparto, anche Finecobank (-1,6%) e Mediolanum (-1,5%).

Mentre la Bce, secondo indiscrezioni stampa, si starebbe preparando a sollevare obiezioni, non vincolanti, sulla mossa del governo in tema di banche, gli investitori rimangono in attesa di eventuali modifiche che possono venire apportate al decreto nel corso dell'iter di conversione in legge alla riapertura dei lavori parlamentari.

Nell'automotive Iveco cede l'1,5% e Stellantis l'1,2%. Anche Cnh arretra di oltre un punto percentuale.

Tengono le utility per il loro carattere difensivo, con Hera, Enel e Terna tra i pochi titoli del Ftse Mib in terreno positivo.

(Andrea Mandalà, editing Sabina Suzzi)