ROMA (MF-DJ)--Nel 2023 il Tesoro intende puntare ancora e con maggiore forza sul Btp Green. La volontà è quella di portare sul mercato un volume di emissioni più alto di quello del 2022. L'ultima edizione del titolo verde, la seconda, aveva spopolato: a settembre Via XX Settembre aveva collocato via sindacato bancario 6 miliardi di euro con scadenza ad aprile 2035 e raccolto ordini per 40 miliardi. A novembre il Tesoro aveva poi deciso di riaprire in asta il titolo, per un importo di 2 miliardi.

Il Ministero, scrive MF-Milano Finanza, conta ora di tornare sul prodotto, i cui incassi sono destinati a coprire una serie di spese "sostenibili" presenti nel bilancio dello Stato dell'anno dell'emissione e relativi ai consuntivi dei tre anni precedenti. Per farlo, il Mef conta di riaprire titoli già in circolazione e di proporne di nuovi, si legge nelle Linee guida della gestione del debito pubblico, pubblicate poco prima di Natale dalla direzione per il Debito pubblico guidata da Davide Iacovoni. La prima emissione, a marzo 2021, aveva raggiunto il record di richieste nelle emissioni inaugurali di Green bond sovrani in Europa con una partecipazione di circa 530 investitori, di cui oltre la metà Esg, per una domanda complessiva di oltre 80 miliardi di euro. L'interesse da parte del mercato è stato confermato anche in occasione della riapertura della seconda tranche, effettuata nell'ottobre successivo, con la partecipazione di circa 350 investitori, di cui quasi la metà di tipo Esg.

A maggio il Mef aveva quindi pubblicato la prima relazione sulla destinazione delle risorse raccolte. Oltre la metà dei13,26 miliardi raccolti con il Btp Green 2045 è andato ai trasporti. Tra le spese verdi considerate ammissibili spiccano gli investimenti sull'alta velocità e l'elettrificazione delle tratte, così come i contributi alla mobilità ferroviaria. Seguono gli investimenti in tutela dell'ambiente, pari al 15,2%, con una spesa di 2,04 miliardi nel quadriennio 2018-2021, tra i quali rientra anche il Mose di Venezia. L'efficienza energetica, che include le spese sostenute per la riqualificazione degli edifici, conta per il 12,2%. Infine la ricerca incide per il 9,4%, mentre economia circolare e incentivazione delle rinnovabili valgono il 3,9% e il 2,2%.

Come annunciato dal ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, nella strategia governativa rientra anche il design di prodotti tagliati sui risparmiatori retail, che abbiano anche forme di premialità e fidelizzazione per chi ha già acquistato titoli di Stato nazionali, tenendoli fino alla scadenza. Il 2023 potrebbe quindi essere l'anno del ritorno su Btp Futura e verranno a scadenza Btp Italia per 25 miliardi, spingendo il Tesoro a valutare una o più emissioni. L'intento è quello di aumentare la quota di debito detenuta dai risparmiatori italiani. Per questo Giorgetti ha parlato di "strumenti finanziari appositamente disegnati, che siano in grado di preservare il valore reale dei risparmi". Anche nell'anno in corso il governo si riserva di riproporre emissioni sui mercati internazionali, con particolare riguardo ai Btp denominati in dollari.

Lo scorso anno la volatilità e la dinamica del cambio euro-dollaro avevano spinto il Tesoro a non effetturare operazioni in tal senso. Per il 2023 non è tuttavia esclusa l'emissione "di uno o più titoli", sempre tramite sindacato bancario. Tra le ipotesi allo studio la riapertura di emissioni passate e la possibilità di offirire nuovi benchmark "anche su scandenze non convenzionali".

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