MILANO (MF-DJ)--Inchieste sulle plusvalenze, affari miliardari con fondi di investimento saltati all'ultimo secondo, tentativi di secessione dei top club nella Superlega, guerra aperta fra Fifa e Uefa. Non sono mancate emozioni nel 2021 calcistico. Vale la pena ripercorrerle con un carrellata di highlights per cercare di prevedere quale dei tanti attori in campo prevarrà nel 2022, conquistando il possesso palla.

Tutto ha inizio nel 2012, scrive Milano Finanza. Alimentato dalla rivalità Real Madrid-Barcellona e dal desiderio di emergere dei ricchi proprietari di Chelsea, Manchester City e Paris Saint-Germain, il calciomercato europeo segna un record di 2,7 miliardi di euro. Inizia una corsa a perdifiato che porta la spesa a 6,6 miliardi nel 2019, giusto prima della pandemia. Il prezzo per lo stesso giocatore, calcola il Cies, cresce del 200% nel giro di otto stagioni. Dal 2014 l'inflazione della materia prima calcistica accelera, attestandosi al 28% annuo, complice l'impennata delle commissioni versate ai procuratori che nello stesso periodo incassano 3,5 miliardi. Il monte stipendi passa da 5,6 a 17 miliardi nel giro di un decennio. Il ritmo dei costi supera così di slancio la crescita del fatturato, diventando insostenibile per qualsiasi impresa abbia per obiettivo il profitto. Ma nessun grande club può tirarsi indietro, pena l'esclusione dalla Champions League e dagli ingenti ricavi assicurati dalla competizione direttamente con i premi e indirettamente con il seguito internazionale. Risultato: con buona pace del Fair Play finanziario della Uefa, nel giro di un decennio i club delle prime cinque leghe europee (Premier, Serie A, Liga, Bundes, Ligue 1) accumulano un deficit di 8,9 miliardi, tappato con il debito e con le plusvalenze all'estero come in Italia.

red/lab

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0309:29 gen 2022

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January 03, 2022 03:30 ET (08:30 GMT)