MILANO (MF-DJ)--Il mercato è solo uno strumento: se è certamente funzionale al processo di allocazione efficiente delle risorse, non è però in grado di soddisfare autonomamente le crescenti aspettative di benessere della popolazione. I suoi ritardi e gli squilibri che lo caratterizzano rappresentano invece la contraddizione, diversa nel tempo e nei contesti, che il socialismo con caratteristiche cinesi ha via via risolto con successo dimostrando agli occhi del mondo che il confronto con il capitalismo si è risolto in suo favore.

La rivendicazione delle forte vitalità del marxismo, un'autocelebrazione che è allo stesso tempo storica, ideologica e politica, spiega Milano Finanza, innerva la Risoluzione assunta l'11 novembre dal 19° Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, approvata in occasione del centenario della fondazione. Una vicenda assai diversa, dunque, rispetto a quella del marxismo sovietico, di cui quest'anno ricorre il trentennale della dissoluzione: l'ossessione della proprietà collettiva e il ripudio del mercato avevano reso irriformabile l'Urss. Tutto finì il 25 dicembre 1991, quando il suo presidente Michail Gorbacev annunciò le dimissioni mentre la bandiera rossa veniva ammainata per sempre dal pennone del Cremlino, sostituita dal tricolore russo. Ed è stato proprio il mercato, con la sua instabilità e la profondissima crisi finanziaria americana e poi globale del 2008, a determinare in Cina un processo di cambiamento assai più profondo rispetto alla stessa crescita economica tumultuosa che pure ne aveva caratterizzato gli anni successivi all'ingresso nel Wto, dal 2001.

red/lab

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January 03, 2022 02:45 ET (07:45 GMT)