ROMA (MF-DJ)--L'attesa risalita dei consumi rischia di subire una frenata, a causa del balzo dei prezzi dell'energia, che riduce il potere

d'acquisto. I consumi restano, però, sostenuti da un potente driver: il risparmio accumulato dalle famiglie durante la crisi. A favore è anche il completo recupero degli occupati dipendenti e in prospettiva dei redditi.

E' quanto si legge nella Congiuntura flash del Centro studi di Confindustria, che sottolinea che nel 2020 le chiusure temporanee di molte attività commerciali e industriali avevano determinato una forte riduzione di occupati e ore lavorate, con la conseguente caduta del reddito lordo disponibile delle famiglie: -5,6% nel 2* trimestre rispetto al 4* del 2019 (pari a circa -16 miliardi di euro). In seguito, tale caduta è stata in gran parte recuperata: -0,8% il gap residuo nel 2* trimestre 2021, pari a -4 miliardi rispetto al trend pre-Covid. Le minori risorse disponibili insieme alle nuove abitudini di vita e lavoro dovute alla pandemia, hanno costretto le famiglie a rinunciare a molte spese nel 2020, soprattutto nei servizi. Ciò a causa delle restrizioni governative, del timore dei contagi, e per l'incertezza innescata dalla crisi. Nel 1* e 2* trimestre del 2020 la contrazione della spesa delle famiglie è stata del 19,7% rispetto al 4* 2019 (-52 miliardi).

La perdita annua di consumo nel 2020, rispetto al trend pre-Covid, è stata di 127 miliardi. Al momento, questo crollo è stato recuperato solo in parte: la spesa in beni e servizi nel 2* e 3* trimestre 2021 è ripartita con forza, con un +10,4% (+3,4% in beni, +18,1% in servizi). Ciò ha ridotto il gap dal livello pre-pandemia al -3,8%, tutto nei servizi (-7,2%), mentre nei beni il recupero è già pieno. Nel 2021 la

perdita "annua" rispetto al trend è quindi minore, ma non ancora annullata (73 miliardi nei primi 3 trimestri).

La maggior caduta dei consumi rispetto al reddito si è riflessa in una maggior accumulazione di risparmio, in gran parte "forzata". La propensione a risparmiare ha toccato il 20% nel 2* trimestre 2020 e poi ha subìto una parziale flessione, arrivando al 12,9% nel 2* trimestre 2021, ancora alta (la media 2010-2019 è stata dell'8,2%). Nell'intero 2020, il risparmio ha raggiunto valori massimi, toccando i 170 miliardi (la media 2010-2019 è stata di 90 miliardi).

L'espansione del risparmio è in gran parte affluita verso attività finanziarie liquide delle famiglie italiane. Le risorse affluite tramite aumento dei prestiti bancari, invece, sono state modeste (+1,8% nel 2020). L'ammontare di depositi delle famiglie è quindi cresciuto di 66 miliardi nel 2020, da 1.043 a fine 2019 a 1.109 miliardi, ben oltre il suo pur significativo trend crescente (a prezzi correnti). Tale

dinamica è proseguita nel 2021, con un aumento più contenuto, pari a +40 miliardi fino a ottobre.

Il maggior risparmio accumulato dalle famiglie italiane nei depositi bancari è un cuscinetto di risorse prontamente disponibile per la spesa nel prossimo futuro. Tale "extra-risparmio liquido" (stimato prudenzialmente dal CsC in 26 miliardi nel 2020 e positivo anche nei primi 3 trimestri del 2021, sebbene molto ridotto) verrà in parte utilizzato per alimentare a fine 2021 e nel 2022 la risalita dei

consumi. Che sono ancora sotto il pre-crisi (-10 miliardi nel 3* trimestre 2021 dal 4* 2019; -40 annualizzati).

liv

(END) Dow Jones Newswires

December 22, 2021 04:21 ET (09:21 GMT)