ZURIGO (awp/ats) - Contrariamente a Migros, che è in piena trasformazione, Coop si ritiene ben posizionata per affrontare il futuro: i prezzi vengono ritenuti competitivi e il gruppo intende estendere ulteriormente il numero delle filiali, raggiungendo la cifra di mille negozi.

"La nostra strategia è semplice e chiara: gestiamo un'attività di vendita al dettaglio in Svizzera e un'attività all'ingrosso, quest'ultima anche in paesi europei selezionati: siamo ben posizionati e perseguiamo questa strategia con determinazione", afferma il presidente della direzione generale Philipp Wyss in un'intervista pubblicata oggi dal Blick.

"All'inizio di questo millennio, abbiamo unito tutte le 14 cooperative regionali sotto l'ombrello della sede centrale e ci siamo organizzati in modo efficiente", spiega il 58enne. "Visto che il settore della vendita al dettaglio non è mai stato così difficile come negli ultimi due o tre anni sono contento che abbiamo impostato la rotta molto presto. E di non aver aspettato che le cose diventassero difficili".

"Abbiamo riconosciuto subito la necessità di avere piccoli negozi e ora siamo più vicini alla gente", argomenta il dirigente. "Da tempo abbiamo superato Migros, e non solo in termini di numero di punti vendita, oggi 965. Siamo anche di gran lunga i numeri uno nei settori del bio, dei prodotti freschi e della sostenibilità, oltre che nei negozi fai da te. Per quanto riguarda il segmento dei supermercati: se includo i negozi Coop City, abbiamo praticamente le stesse dimensioni. Per me un Coop City è alla pari di un MMM".

Quando Migros avrà venduto i comparti che vuole cedere Coop subentrerà come più grande datore di lavoro del paese. "Vedremo cosa succederà", replica il Ceo, interrogato a questo proposito. "Attualmente abbiamo 96'000 dipendenti, due terzi dei quali lavorano in Svizzera. Sono orgoglioso che l'anno scorso siamo riusciti a creare 1300 nuovi impieghi. Vogliamo continuare a crescere e anche quest'anno apriremo nuovi negozi. Entro la fine del 2025 o all'inizio 2026 avremo ampliato il numero di punti vendita di 35 unità, portandolo a 1000".

In quanto impresa con radici cooperative - fanno notare i giornalisti del Blick - Coop potrebbe però restituire molto di più degli utili record. "Non massimizziamo i profitti e investiamo sempre nell'azienda", risponde il manager con trascorsi anche presso Migros. "Per prezzi migliori, sostenibilità e in negozi moderni con molto legno. Quello che a molti sfugge: su ogni 100 franchi di fatturato, 69 franchi vanno ai nostri fornitori. Alla fine solo 1,70 franchi rimangono nelle nostre casse. Questo è il limite minimo assoluto.

"Date un'occhiata a Coop 20 anni or sono e fate un confronto", prosegue l'imprenditore che comincia la giornata alle 05.00 con una seduta di yoga. "Oggi abbiamo prezzi assolutamente competitivi, anche per i prodotti di marca. Disponiamo di 1500 articoli nella gamma Prix Garantie, che non si trovano a prezzi più bassi o di qualità migliore da Aldi o Lidl. Quest'anno stiamo ampliando le linee a basso costo con 60 nuovi prodotti. Inoltre, negli ultimi mesi abbiamo aumentato il numero delle promozioni, in particolare per la carne, la frutta e la verdura, perché si tratta di un'esigenza e i clienti ce lo chiedono".

Quale manager con una formazione iniziale di macellaio (oltre che di venditore) - chiedono i cronisti - dà fastidio vedere che le persone vogliono sempre più spesso fare a meno della carne? "Lo si sente dire continuamente, ma stiamo ancora guadagnando quote di mercato per la carne. E poiché anche la popolazione svizzera è in crescita, i nostri numeri sono stabili. Anzi, la domanda di pollo svizzero sta aumentando rapidamente: è molto superiore all'offerta. Per questo cerchiamo allevatori elvetici che vogliano costruire decine di pollai per rifornirci".

Che cosa dire delle critiche di chi sostiene che Coop ha margini troppo alti sul bio? "La guerra dei prezzi per i prodotti biologici è molto dura", risponde l'intervistato. "Non possiamo permetterci di offrire articoli troppo cari. Il punto è che non guadagniamo di più con i prodotti biologici che con quelli convenzionali. E paghiamo ai nostri produttori che offrono uno standard più elevato prezzi di conseguenza più alti".

Il gruppo sta cercando anche alternative alla Spagna - confrontata con seri problemi di siccità - come paese di provenienza di taluni prodotti. "Sono appena stato in Albania e ho firmato contratti con i produttori locali. Offriremo i peperoncini albanesi sui nostri scaffali alla fine di giugno. Ne porteremo ben 40 tonnellate alla settimana nei nostri supermercati. Abbiamo anche in programma di espandere lì la nostra produzione di aglio e angurie".

Intanto oggi cominciano i campionati europei di calcio, cosa che potrebbe favorire le vendite, se non fosse per la pioggia. "La meteo ha davvero un grande impatto sulle vendite: nessuno mangia il gelato o accende il grill quando piove. Ora speriamo nel sole e che la Svizzera giochi bene. Più la squadra nazionale resta nel torneo e l'umore migliora, più sono felice come numero uno di Coop".

Previsioni per l'insieme del 2024? "Crediamo fermamente che continueremo a crescere anche nell'anno in corso, guadagnando quote di mercato e tenendo testa ai discount Aldi e Lidl. Nessun rivenditore in Svizzera ha una gamma più ampia di prodotti alimentari, nessuno ha quasi 1000 negozi. Non abbiamo grandi cantieri e possiamo concentrarci sulla nostra attività di base. E questo funziona", conclude il padre di tre figli adulti, due femmine e un maschio.