MILANO (MF-DJ)--Israele ha revocato le restrizioni alla maggior parte del commercio e delle attività pubbliche, aprendo i centri commerciali, i mercati e i musei e richiedendo un passaporto vaccinale per alcune attività.

Le mosse di ieri illustrano come Israele, che ha messo in atto la campagna di vaccinazione contro il Covid-19 più veloce al mondo, stia combinando incentivi e minacce per far vaccinare il resto della popolazione e come abbia imparato dai propri passi falsi.

La Nazione sta riaprendo dopo aver registrato alcuni dei peggiori tassi di contagio per mesi - poiché molti non hanno rispettato i lockdown - e, più recentemente, la diffusione della variante britannica del Covid-19. Le attività commerciali erano state in gran parte chiuse, i cartelli "affittasi" sono proliferati lungo i viali un tempo affollati dei Tel Aviv.

La riapertura e l'uso di quelli che i funzionari chiamano 'passaporti verdi', che consentono alle persone di accedere a palestre e hotel e anche di viaggiare senza quarantena, rappresentano un test per uno dei Paesi più osservati durante la pandemia: potrà Israele tornare a una relativa normalità senza registrare di nuovo un picco del tasso di infezione e travolgere il suo sistema sanitario?

Per raggiungere questo equilibrio, i funzionari hanno avvertito che coloro che non si vaccineranno saranno esclusi dalle attività quotidiane. "Chiunque non si vaccini verrà lasciato indietro", ha detto il ministro della Salute israeliano, Yuli Edelstein.

Con migliaia di persone che si sono precipitate a scaricare i documenti per il "passaporto verde" - che verificano lo stato di vaccinazione e conferiscono privilegi a chi li possiede - il sito web è andato in crash sabato notte. Il ministero della Salute ha detto che nel frattempo le persone potranno usare i loro certificati vaccinali.

Con circa nove milioni di persone, più o meno come New York, le autorità israeliane sono state in grado di realizzare velocemente le vaccinazioni. Anche il sistema sanitario israeliano, avanzato e completamente digitalizzato, in cui ogni cittadino appartiene per legge a uno dei quattro fornitori di servizi sanitari, ha accelerato tale attività dividendo i cittadini in gruppi target e raggiungendoli con telefonate, messaggi di testo e app. Un accordo tra lo Stato e Pfizer/BioNTech, che hanno sviluppato uno dei vaccini contro il Covid-19, è diventato il fulcro della campagna di vaccinazione di Israele.

In base all'accordo, Pfizer ha accettato di fornire abbastanza vaccini per alimentare la campagna. In cambio, Israele fornisce dati sanitari alla società con sede a New York con l'obiettivo di comprendere meglio l'impatto dei vaccini. Israele ha anche pagato un prezzo più alto rispetto a molti altri Paesi, più del doppio o del triplo di quello che gli Stati Uniti e l'Europa stanno pagando, per i vaccini.

Dopo aver inizialmente vaccinato operatori sanitari e persone sopra i 60 anni, Israele ha gradualmente ridotto la fascia di età ammissibile. All'inizio di questo mese, il vaccino è diventato disponibile a tutta la popolazione. Ora il 49% degli israeliani ha ricevuto almeno un vaccino e il 33% è stato completamente vaccinato, quasi interamente con il vaccino di Pfizer.

Arrivare a questo punto ha comportato inciampi che hanno alimentato il numero di infezioni e costretto il Paese a una serie di lockdown.

Sebbene Israele se la sia cavata relativamente bene nella prima ondata della malattia, gli esperti israeliani di salute pubblica affermano che il Governo del primo ministro Benjamin Netanyahús si è piegato alle pressioni pubbliche delle imprese e ha riaperto troppo presto, soprattutto il sistema scolastico. Una paralizzante ondata estiva di Covid-19 ha portato i casi a circa 4.000 al giorno per arrivare al picco a gennaio, durante la terza ondata, quando sono stati registrati circa 10.000 casi al giorno.

A settembre Israele è diventata la prima Nazione sviluppata a entrare in un secondo lockdown. Il Governo ha permesso che solo le attività essenziali rimanessero aperte, chiudendo ristoranti, hotel e palestre e limitando gli incontri all'aperto. Secondo le stime del Governo, l'effetto cumulativo dei lockdown è costato all'economia israeliana miliardi di dollari.

I funzionari sanitari hanno incolpato per la terza ondata di fine anno in gran parte i viaggi di massa a Dubai, dopo che gli Emirati Arabi Uniti e Israele hanno normalizzato le relazioni diplomatiche e aperto i collegamenti. Israele ha rifiutato di etichettare il Paese come "rosso" e ha richiesto ai viaggiatori di mettersi in quarantena al ritorno, temendo che la mossa avrebbe raffreddato i legami con gli Eau. Quando le infezioni hanno cominciato a crescere, Israele ha tardato a tagliare i voli internazionali e mettere in quarantena i viaggiatori e la variante britannica ha varcato i confini. Solo nel mese di gennaio, Israele ha riportato il 30% dei decessi totali per coronavirus.

I funzionari sanitari israeliani hanno avvertito che il pieno ritorno alla normalità ora potrebbe richiedere mesi, se non anni. Finché i bambini sotto i 16 anni non potranno essere vaccinati, continueranno a diffondere il virus, hanno detto i funzionari sanitari, che non sono neanche sicuri di quanto sia efficace il vaccino contro le varianti.

Secondo i dati diffusi sabato dal ministero della Salute, il rischio di morte per coronavirus scende del 98,9% due settimane dopo entrambe le dosi del vaccino di Pfizer. Israele ha anche scoperto che, nello stesso periodo dopo due iniezioni, i casi gravi sono diminuiti del 99,2% e i ricoveri del 98,9%.

cos

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February 22, 2021 04:57 ET (09:57 GMT)