ROMA (MF-DJ)--I debiti finanziari delle società non finanziarie italiane ammontano al 49% delle attività non finanziarie a fine 2020, con un aumento rispetto all'anno precedente che ha portato il valore al massimo dal 2005.

Tuttavia, insieme alle imprese inglesi e tedesche, quelle italiane mostrano un livello di indebitamento relativamente contenuto. E' quanto emerge dalla pubblicazione congiunta Istat-Banca d'Italia "La ricchezza dei settori istituzionali in Italia" frutto di un'indagine nel periodo 2005-2020.

Valori decisamente più elevati dei debiti in rapporto alle attività non finanziarie si registrano in Canada e Francia (rispettivamente 99% e 81% nel 2020).

Alla fine del 2020 le attività non finanziarie costituiscono il 63% della ricchezza lorda detenuta dalle amministrazioni pubbliche in Italia. Tale quota è sostanzialmente in linea con quanto osservato in Francia e Germania (rispettivamente 59% e 58%) e più elevata che nel Regno Unito (50%); in Canada la quota è al 29%.

Dal 2005 la ricchezza netta delle amministrazioni pubbliche italiane è sempre stata negativa. In rapporto al Pil, il valore è peggiorato tra il 2012 e il 2015 e dopo il 2018, raggiungendo il livello più basso alla fine del 2020 (-90% circa del Pil). Un andamento simile si è osservato anche per il Regno Unito (-69% nel 2020). In Canada il rapporto tra ricchezza netta e Pil è tornato leggermente negativo (-3%) mentre sono stati registrati valori positivi in Francia e Germania (rispettivamente 7% e 32%). Il confronto internazionale può risentire di una sottostima del valore del patrimonio storico e artistico che penalizza particolarmente paesi come l'Italia.

pev


(END) Dow Jones Newswires

January 27, 2022 05:23 ET (10:23 GMT)